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Sin categorizarVangelo e riflessione

Commento di p. Jesús Fernández al Vangelo di Domenica, 3 novembre 2019 (Lc 19, 1-10)

By 4 Novembre, 2019No Comments
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Il Vangelo di oggi ci mette in contatto con la chiamata di Cristo ad ognuno di noi. Zaccheo era disprezzato perché riscuoteva le imposte a favore dell’impero romano e, al tempo stesso, era ricco. Vuole vedere Cristo, ma siccome era bassino e c’era tanta gente, salì su un albero di sicomoro per vederlo meglio. Cristo lo vede e lo chiama e gli dice che andrà a mangiare a casa sua.

Cristo vuole andare a mangiare a casa di uno che è considerato peccatore. Zaccheo ha capito ciò che Cristo gli chiede: condividere i suoi beni con i più sfortunati e, se ha frodato qualcuno, riparare dandogli quattro volte quello di cui li ha frodati. Si tratta di condividere e di dare il massimo possibile. E’ Cristo che prende l’iniziativa. Come avrebbe potuto immaginare Zaccheo che Cristo gli avrebbe chiesto di scendere e che sarebbe andato a casa sua? Questa è la grande misericordia di Cristo con i peccatori. Era necessario che Cristo si fermasse a casa sua. Da questo incontro scaturiscono gioia e felicità.

Zaccheo è felice mentre la moltitudine lo insulta. Cristo viene a salvare ciò che era perduto. Cristo si dona totalmente a Zaccheo, volendo entrare a casa sua.

Ascoltiamo come Zaccheo la chiamata di Cristo che vuole mangiare con noi? Vuole abitare, convivere con te e con me, in modo intimo e delicato.

In San Giovanni leggiamo: ‘se uno mi ama, il Padre mio ed io verremo a lui, e prenderemo dimora presso di lui’ (Jn 14, 23). Queste parole sono simili a quello che dice l’Apocalisse: ‘Ecco sto alla porta e busso; se uno ascolta la mia voce e mi apre la porta, entrerò da lui, cenerò con lui e lui con me’(Ap 3, 20).

E’ questo il desiderio di Cristo, che è disposto a dare la vita per ciascuno di noi. Cristo tocca ciò che è più intimo del nostro spirito. Egli ci conosce, con i nostri peccati, le nostre debolezze e le nostre miserie. Nulla lo trattiene dal convivere con noi nell’Eucarestia e nell’orazione continua. L’orazione nel silenzio e nell’intimità della casa, anche se solo di un minuto, apre il nostro cuore affinché egli entri, nonostante noi siamo peccatori. Basta che ci pentiamo .

L’amore del Padre trasforma le nostre vite. Il mondo ha cose buone da offrirti, fintanto che non ti faccia suo schiavo. La grande lotta che hai davanti non consiste nel disprezzare alcuna cosa, ma nel conseguire la tua autenticità di figlio di nostro Padre celeste. Sei l’amato del Padre. Questa verità ti permetterà di allontanarti da tante distrazioni che ti confondono mettendo in pericolo la tua vita intima con Cristo.