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Ascoltare

By 27 Dicembre, 2018Dicembre 29th, 2018No Comments
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New York, 30 dicembre 2018                                
Festa della Sacra Famiglia       

RIFLESSIONE, di p. Luis Casasús, Superiore Generale dei missionari Identes

1°Libro di Samuele 1,20-22.24-28; 1°Giovanni 3,1-2.21-24; Luca 2,41-52.

Durante una delle mie ultime visite ad una delle nostre Province, ho avuto la grande gioia di osservare che un numero considerevole di partecipanti al nostro ritiro spirituale di Motus Christi erano ex-mussulmani. La loro principale ragione nell’accettare la nostra Fede fu, letteralmente, che, vedendo i nostri fratelli e sorelle, trovarono una vera famiglia. Questa è una gioia, ma non una sorpresa: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,  34-35). 

La famiglia è importante non solo come unità basilare della società umana, ma anche come un’istituzione divina. San Paolo, nella sua Lettera agli Efesini, scrive: Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre,  dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, (3, 14-15). 

Tutti siamo frutto di una famiglia; perfino quel neonato abbandonato in un cestino da una madre incosciente e disperata, è membro di una famiglia, benché malata e piena di disfunzioni. L’amore comincia in casa e la stessa cosa succede con altre realtà come l’odio, il rancore, le contese, l’ira ed altre ancora. Come essenza, possiamo dire che la famiglia, come centro di apprendistato precoce, è la radice di ogni bene e di tutti i mali. 

Quando leggiamo nel Vangelo la genealogia di Cristo (Lc 3, 23-38), troviamo re malvagi, una prostituta e persone infedeli… ed inoltre Giuda, la tribù più insignificante, fu la prescelta per far nascere il Messia. Così, Dio sceglie persone deboli, umili, sconosciute e comuni per essere i Suoi strumenti di salvezza. 

Gli insegnamenti dei genitori in casa, prima dell’educazione impartita dai maestri a scuola, hanno molta influenza sui bambini. Questi imitano i loro genitori nell’esprimere sentimenti di felicità, ira, tristezza ed allegria. Imitano anche i movimenti e la forma di parlare degli adulti della famiglia. Quando vediamo che un bambino perde i nervi o risponde male ad un adulto, sappiamo che quello l’ha dovuto imparare dai suoi genitori. Oggi sappiamo che il feto comincia ad ascoltare le conversazioni dei  suoi genitori, perfino le loro liti. Il feto ha qualche tipo a reazione dentro l’utero della madre e questo colpisce il suo sviluppo dopo la nascita. Tanto l’insegnamento attraverso l’esempio, come l’insegnamento attraverso la parola hanno un’influenza significativa nella generazione successiva. 

Ecco perché le famiglie non funzionali danno vita a figli che non sono capaci di relazionarsi crescendo. Come adulti, nella vita, sono incapaci di mantenere una relazione equilibrata. In questo modo, spesso la storia si ripete, poiché anche i loro matrimoni finiscono con un divorzio. 

A mezzanotte, un bambino si sveglia nel suo letto di ospedale. Si sente molto spaventato e molto solo. Soffre un dolore intenso: le scottature coprono il 40 percento del suo corpo. Qualcuno l’aveva inzuppato con alcool, e poi gli ha dato fuoco. Comincia a gridare, chiamando sua madre. L’infermiera l’abbraccia affettuosamente; lo accarezza e gli sussurra che il dolore sparirà prima di quello che pensi. Tuttavia, niente di quello che l’infermiera fa sembra diminuire il dolore del bambino. Continua a piangere e a chiamare sua madre. L’infermiera non sa che fare e alla fine si arrabbia… perché è stata la madre dal bambino a dargli fuoco. 

Sembra che il dolore dal bambino all’essere separato da sua madre, malgrado ella lo abbia fatto soffrire crudelmente, sia più grande del dolore delle sue scottature. Questo profondo attaccamento alla madre fa sì che la separazione da lei sia la peggiore esperienza che un bambino possa sperimentare. Quando i bambini stanno crescendo, la presenza regolare dei genitori è una garanzia costante di sicurezza per tutti loro.

Benché siano molti i suoi difetti, la famiglia è il contatto umano basilare. I genitori sono i primi maestri dell’amore. È dai genitori che si impara l’amore, o ci si contagia. Il loro affetto verso il bambino mostra a lui che è degno di essere amato. Ed insegna anche al bambino come amare. Ma, come sappiamo, ci sono difetti in tutte le relazioni umane e nella nostra natura umana. Per questo motivo è importante che offriamo ai nostri membri della famiglia, vivi e morti, il nostro perdono. 

Ci sono oggi molti tentativi di ridefinire la famiglia, ma nessuno riflette il piano di Dio per lei. Non ci sono famiglie perfette, come non ci sono matrimoni perfetti. Come esseri umani tutti siamo imperfetti. Quando le relazioni si mettono a prova, possiamo sentirci feriti ed offesi. Quando le aspettative cadono, possiamo essere delusi e sentirci falliti. Quando le promesse si rompono, possiamo sperimentare un grande abbattimento. 

Non è esagerato dire che la maggiore minaccia per il mondo di oggi è la distruzione della famiglia umana. Il Concilio Vaticano II considerò la famiglia come la prima e più vitale istituzione per la vita della Chiesa e della società. Oggigiorno, vediamo molte rotture nelle famiglie il cui effetto si può comprovare dentro le famiglie stesse, nella vita comunitaria e nella società. Le persone affrontano le conseguenze dell’individualismo, del relativismo, del materialismo, del razionalismo e della secolarizzazione. Questo costituisce un grande danno per gli individui, le famiglie, la società e tutto il nostro ambiente. Per evitare una crisi tanto grave, abbiamo la Sacra Famiglia come la famiglia modello che può liberarci da tale distruzione. 

Le famiglie sono parte del piano di Dio. Ogni bambino ha diritto a godere della sicurezza dell’amore impegnato e dell’esempio costante, tanto di un uomo-padre come di una donna-madre. Dio avrebbe potuto chiedere a Gesù di venire a questo mondo come adulto, ma non ha fatto così. Chiese a Maria che concepisse Gesù, e chiese a Giuseppe che si sposasse con Lei, l’amasse e la proteggesse e che fosse il padre mistico di Gesù. Dio ci chiede che ogni bambino abbia il dono di una vita familiare autentica. 

Il nostro Dio Trino che è una Famiglia in se Stesso, ha scelto una famiglia umana per venire a questo mondo e portare la salvezza all’umanità e questo è quello che celebriamo specialmente durante il Natale. Questa Famiglia si chiama Santa perché amava Dio sopra ogni cosa ed i suoi membri erano disposti a fare la volontà di Dio in ogni momento. Apprezzarono e celebrarono la presenza di Dio nella famiglia. 

La Sacra Famiglia non è solo il modello per tutte le famiglie naturali, ma anche per le famiglie religiose. Questo è stato messo in risalto molte volte dal nostro padre Fondatore. Perché è così? Perché i legami della Sacra Famiglia non si basavano sul semplice rispetto della legge, o sugli sforzi che fecero per vivere in armonia. Si fidarono nella sapienza divina e sui suoi piani: 

“Ricordatevi i fatti del tempo antico, perché io sono Dio e non ce n’è altri. Sono Dio, nulla è uguale a me. Io dal principio annunzio la fine e, molto prima, quanto non è stato ancora compiuto; io che dico: «Il mio progetto resta valido io compirò ogni mia volontà!” (Is 46,  9-10). 

Una delle chiavi per il successo nella loro missione fu il modo in cui si ascoltavano mutuamente. Questo è qualcosa di notabile, perché le loro vite erano piene di sorprese, circostanze impreviste, cambiamenti di piani e persecuzioni… ma non furono mai vittime della fretta e della superficialità, i principali ostacoli per organizzare una comunità, sia familiare, sia religiosa o di un’altra indole. Questa è la diagnosi del nostro padre Fondatore. 

Un uomo guidava per una stretta strada di montagna in salita quando una donna che guidava in direzione opposta, aprì il finestrino e gridò: Porco! Pensando che ella lo stesse insultando, immediatamente si affacciò al finestrino e gridò furiosamente: Anche tu! Quando l’uomo andò oltre la curva successiva, si schiantò contro un enorme maiale che era in mezzo alla strada e quasi perse la vita. Se solamente fossimo disposti ad ascoltare… 

La principale ragione per la quale siamo vittime della fretta e della superficialità è che siamo troppo occupati per ascoltare. Non siamo ingenui; essere occupato significa non solo avere molto lavoro, ma anche pensare continuamente alle nostre preoccupazioni personali, idee o necessità urgenti. Cerchiamo di evitare nuove preoccupazioni che assorbano la nostra energia ed il problema è che lo facciamo inconsciamente. Un padre arrivò a casa dopo una dura giornata in ufficio e disse a sua moglie: Oggi ho avuto una brutta giornata. Per favore, se hai cattive notizie questa sera, non dirmele. Al che ella rispose: Molto bene, niente cattive notizie. Ora le buone notizie: Ricordi i nostri quattro figli? Allora, tre di loro, oggi, non si sono rotti  un braccio. 

Dobbiamo imparare ad ascoltare non solo quello che si dice, ma dobbiamo cercare anche di discernere chi è la persona che sta al nostro fianco. Maria conosceva suo Figlio meglio di qualunque altro essere umano, e senza dubbio faceva tesoro nel suo cuore e nella sua memoria di quello che Egli disse e fece durante la sua vita nascosta. 

Conosco mio fratello? So della sua famiglia, della sua salute, dei suoi compagni di classe, del suo maestro favorito, delle sue paure, delle sue necessità ed interessi…? 

Quando si celebrò un matrimonio a Cana in Galilea, Gesù non aveva fatto ancora nessun miracolo. Stava cominciando la sua vita pubblica. Sua madre era lì; anche Gesù e i suoi discepoli erano stati invitati. Quando il vino finì, Maria gli disse: Non hanno più vino. Maria conosceva suo Figlio, la sua missione, i suoi doni, la sua ora: Fate quello che Egli vi dirà. 

Non c’è maggiore gioia nella vita che sapere che i membri della mia famiglia stanno diventando chiave nella vita degli altri, servendo ed amando Dio ed i nostri simili. Il compito dei genitori è discernere coi loro figli il modo di rispondere alla voce di Dio dando la vita per altri, sia fisicamente o in appoggio spirituale, morale e materiale. 

Ascoltare è un grande regalo che possiamo fare ad un essere umano. Essere ascoltato, essere soddisfatto, è sapere che qualcuno mi prende sul serio. È un atto redentore, un poderoso rinvigorimento dell’unità. Perché a Zaccaria fu imposto il mutismo mentre aspettava suo figlio? Probabilmente, più che una punizione, fu la forma scelta da Dio per insegnargli ad ascoltare bene, a contemplare quello che succedeva intorno a lui. Quando parliamo, non ascoltiamo, non stiamo osservando quello che succede intorno a noi. Zaccaria imparò molto durante quei nove mesi, e quando parlò di nuovo, fu per esprimere la sua gioia perché sapeva già chi stava arrivando. 

Ascoltare non si riferisce solo alle parole, ma dobbiamo ascoltare anche il silenzio del nostro prossimo. Si è detto che nessuno è realmente sposato fino a che non capisce ogni parola che il suo coniuge NON sta dicendo. Sì; spesso è ciò che non si dice quello che trasmette il messaggio importante: probabilmente una persona che non parla mai del suo apostolato ha un serio conflitto vocazionale. 

Ecco alcuni esempi di forme inappropriate di rispondere ed ascoltare: 

* Alcuni persone rispondono dicendo solo ciò su cui non sono d’accordo, il che li rende abbastanza sgradevoli. Ignorano quello che altri dicono, scartandolo, cambiando facilmente di conversazione. 

* Esprimersi intempestivamente, parlando bruscamente senza misurare le nostre parole, è un tipo di discorso spontaneo che ha ripercussioni negative. Alcuni discorsi spontanei sono positivi, come un complimento ingegnoso o un’osservazione umoristica. Ma questo discorso intempestivo normalmente è un commento fatto in modo affrettato … che desidereremmo poter cancellare. Molto spesso, quella spontaneità brusca si riferisce a commenti fatti con rabbia. Può trattarsi anche di scherzi o barzellette inappropriate. 

* I protagonisti cronici. Alcune persone tendono a portare la conversazione su se stesse. Quello che si dice porta questa persona a parlare di se stesso. Se menzioni che uno dei tuoi figli è stato malato, la risposta potrebbe essere: Anche io ero malato ieri. Quella risposta potrebbe essere adeguata se poi fosse seguita da: Quali sono i sintomi di tuo figlio? Il problema nasce quando ogni conversazione finisce essendo tutta intorno a me; un segno di narcisismo. 

* Altri lavorano come un portiere di calcio: sempre pronti a dire non o ma… Invece di ascoltare per imparare, ascoltano per potere negare. Il loro messaggio implicito e permanente è: Ti sei sbagliato; Io ho ragione; Conosci solo una piccola parte della verità. 

Il pronunciare parole ci dà a volte l’illusione di fiducia, o di controllare la situazione. Alcuni leader ed alcuni superiori religiosi vedono se stessi come gli esperti di sala, coloro che devono sempre dare risposte, ma questo interferisce con la nostra comunicazione, creando una distanza. Dobbiamo mettere da parte la nostra individualità, se vogliamo conoscere l’altro, specialmente i più giovani. il bicchiere deve essere vuoto, se voglio versare in esso vino nuovo. 

Quando Cristo aveva 12 anni e rimase a Gerusalemme, sua Madre disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». E la risposta di Gesù fu apparentemente sconcertante: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».  Tuttavia, non ci fu più scambio di parole, ma Maria conservò tutte queste cose nel suo cuore. Giuseppe non disse niente in quel momento. 

Quando conosci un uomo/una donna di Dio, riconosci che è il suo silenzio ed il suo sguardo quello che ti attirò, più che le sue parole; un silenzio che ti attrasse, che ti fece sentire accolto, compreso, accettato senza giudizi. Non per le parole di quella persona, bensì per il suo silenzio, il suo ascolto profondo, puoi comprendere la tua vita e dare un nuovo significato alla tua esperienza. Questo è successo tra Gesù ed i suoi genitori ed è per questo che partì dunque con loro e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso.

In maniera simile, il silenzio di San Giuseppe permise a lui di ascoltare la voce di Dio attraverso i suoi sogni e diede a Maria l’opportunità di fare tesoro, di meditare e riflettere sulla volontà di Dio prima di metterla in pratica. 

La forma cristiana di ascoltare si può paragonare al modo in cui quel cane leccò le piaghe nella parabola dell’uomo ricco e di Lazzaro (Lc 16, 19-31). Nessuno era disposto ad entrare nel mondo di Lazzaro, eccetto quel cane. Le sofferenze di quel povero erano troppo grandi per essere contemplate. Quel cane ascoltò in silenzio i lamenti di Lazzaro. Come leccava le sue piaghe, così leccò quelle di Lazzaro e rimase vicino a lui per alleviare il suo abbandono, per fargli sentire qualcosa di più oltre al rifiuto prima di abbandonare questo mondo. Quel sentimento di accettazione e rispetto permise a Lazzaro di vedere se stesso da un nuovo angolo, e questa nuova prospettiva della sua vita gli permette anche di vedere Abramo. 

La festa della Sacra Famiglia ha oggi una speciale rilevanza. Quasi un secolo fa, il papa Pio XII scriveva: 

L’emigrante Sacra Famiglia di Nazareth che fugge in Egitto, è l’archetipo di ogni famiglia di rifugiati. Gesù, Maria e Giuseppe che vivono nell’esilio in Egitto per scappare dalla furia di un re malvagio, sono, per tutti i tempi ed in tutti i posti, modelli e protettori di ogni emigrante, straniero e rifugiato di qualunque tipo che, sia che sia spinto dalla paura, o dalla persecuzione o dalle carenze, si vede obbligato ad abbandonare la sua terra natale, i suoi cari genitori e familiari, i suoi amici vicini e a cercare una terra lontana. 

Un’osservazione finale: Il matrimonio è un invito a condividere la pienezza dell’amore di Dio in un modo molto reale. Condividere l’amore di Dio implica, pertanto, che l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. (Gn 2, 24). Per questo motivo diciamo che è un sacramento.