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Santo

Santa Lucía Filippini , 25 marzo

By 24 Marzo, 2024Aprile 17th, 2024No Comments

“Colei che diede impulso alle Maestre Pie, per un tempo la sua azione si svolse quasi uguale a quella di Rosa Venerini. Poi Lucia intraprese da sola la fondazione di Roma e lo stabilimento di quasi una trentina di scuole”.

Oggi festività dell’Annunciazione del Signore si celebra anche la vita di Lucia. Nacque a Corneto, Tarquinia (Lazio, Italia) il 13 gennaio 1372. Fu l’ultima di cinque figli che nacquero nel seno di una famiglia benestante composta da Filippo e Maddalena Picchi-Falzacappa, entrambi imparentati coi vescovi di Montefiascone e Corneto, ed il cardinale Falzacappa, rispettivamente. Ma Lucia poté godere poco dei suoi genitori. Nei primi anni di vita li perse entrambi. E le benedettine di santa Lucia di Corneto si occuparono di lei per espresso desiderio della sua famiglia materna alle cui cure era stata affidata. Questa tappa di formazione scorse senza contrattempi. La sua condotta era apprezzata dalle religiose che constatavano la sua intelligenza e virtù, il che fece sì che nel suo ambiente si depositassero in lei grandi speranze. Era molto giovane quando notarono le qualità che possedeva per dedicarsi alla docenza. Inoltre, i bambini accoglievano i suoi insegnamenti catechetici con vero entusiasmo. Fu di grande aiuto per il vicario parrocchiale.   

A 16 anni ebbe un incontro provvidenziale col cardinale Marcantonio Barbarigo che passò per Tarquinia. Sicuramente conversò anche col sacerdote che la conosceva bene. E con la buona impressione che gli aveva causato vedere i doni coi quali era stata premiata la giovane, più il giudizio del parroco, non dubitò di proporle l’entrata tra le clarisse di Montefiascone che avrebbero completato la sua formazione. Nella mente del cardinale bollivano interessanti progetti che erano già in funzione e nei quali pensava di coinvolgerla. A tempo debito la fece partecipe dei suoi sogni che consistevano nel suo vincolo con una rete accademica orientata a fornire educazione cattolica a bambine povere in diversi punti dell’Italia.     

L’affascinante notizia – avvolta come ogni ideale in grandi sogni che si forgiano senza pensare inizialmente alle difficoltà, perché sorgono con lo spirito dalla sua fattibilità, e ancor più quando li guida un affanno apostolico che poggia sulla fiducia in Dio – impressionò Lucia. Perché è vero che ella aveva contatti molto buoni tra le persone importanti della sua città natale e di altre circostanti, semplicemente per ragioni di nascita, e poteva utilizzare la sua influenza per promuovere il progetto. Ma le sembrava troppo accogliere un lavoro che credeva superiore alle sue forze. Tuttavia, il cardinale non si lasciò convincere. Persistette nel suo impegno e lei l’assecondò generosamente, e, pur trovandosi perfettamente incardinata nella comunità religiosa delle clarisse nella quale era entrata nel 1668, si offrì di abbandonarla disposta ad intraprendere il cammino di incertezza che monsignor Barbarigo le proponeva.     

Inoltre, si dava la circostanza che a Montefiascone incontrasse Rosa Venerini. E siccome costei era una dei capi del cardinale che l’aveva in alta stima, Lucia non si sentì sola. Su indicazione di Barbarigo, Rosa lavorava già nella fondazione della rete educativa gratuita diretta a bambine e formata da insegnanti laiche. Le ragazze che non avevano mezzi economici, o la loro famiglia non si poteva far carico di esse, trovarono nelle scuole tutto quello che serviva al loro sviluppo integrale. Già preparate sarebbero state sostegno per la famiglia e la loro azione si sarebbe ripercossa sulla società. Quelle scuole furono un riferimento importante nelle zone rurali. Proprio in quel momento nel quale Rosa e Lucia si conobbero, la scuola stava promuovendo i centri in diversi posti e formando le maestre che dovevano farsi carico del lavoro.     

Nel 1694 Rosa partì per Viterbo. E Lucia rimase a capo della fondazione di Montefiascone. Dopo la morte del cardinale nel 1706, questa continuò ad estendere l’opera in altre diocesi. Contava sull’appoggio dei Pii Operai che compivano la volontà di Barbarigo che li pregò di prestar loro aiuto. Nel 1707, per indicazione di Clemente XI, Lucia fondò a Roma e si occupò di dirigere l’orfanotrofio femminile.     

Ma la situazione diventò via via sempre più difficile per lei che si vide obbligata ad affrontare molti contrattempi. L’influenza dei Pii Operai intervenendo nelle linee iniziali tracciate da Rosa Venerini, e che diedero un orientamento diametralmente opposto, suscitarono grandi diffidenze e preoccuparono Lucía. Le pratiche dei Pii Operai si trovavano sospettate di un certo quietismo. E la santa, con suo dispiacere, si vide coinvolta in un groviglio nel quale non ebbe né arte né parte, ma che culminò con la dolorosa separazione da Rosa in quell’anno 1707. Questa la rimpiazzò nella direzione dei centri di Roma, dai quali Lucia fu rimossa, e ritornò a Montefiascone. 

Tuttavia, le divergenze persistettero tanto sia nella sostanza come nel modo di applicare la pedagogia in queste scuole. Inoltre, era già in funzione la congregazione delle Maestre Pie Filippini alle quali aveva dato definitiva ammissione il cardinale Barbarigo. Ciò aveva permesso a Lucia di gestire i centri di Roma. Ed è che, così come si erano messe le cose, altrimenti non avrebbe potuto agire liberamente fuori da Montefiascone perché il cardinale non voleva che uscisse dalla diocesi di Viterbo. Alla fine era come se ci fossero due fondazioni, a capo delle quali si trovava ognuna di esse. E sebbene condividessero obiettivi simili fin dal loro inizio, dipendevano dagli ordinari di ogni luogo. Per cui, in mezzo a tanto imbroglio, Lucia ricorse al pontefice affinché mediasse e cessassero i problemi sorti. Voleva portare avanti l’opera a cui aveva dato impulso con tanto sforzo, e l’ottenne.     

Quattro decadi rimase a capo della stessa, insieme alle Maestre Pie che portavano il suo nome, lasciando 28 scuole motivate che, anche dopo essere morta, continuarono a moltiplicarsi. Soffrì molto nell’anima e nel corpo. Morì a causa di un cancro a 60 anni il 25 marzo 1732. 

Pio XI la canonizzò il 22 giugno 1930. I suoi resti si venerano nella cattedrale di Montefiascone. 

Rosa Venerini era morta il 7 di maggio 1728, e fu canonizzata da Giovanni Paolo II il 15 ottobre 2006.

© Isabel Orellana Vilches, 2018
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