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Santo

Santa Teresa Margherita del Cuore Di Gesu’ (Anna Maria Redi), 7 marzo

By 6 Marzo, 2024Aprile 17th, 2024No Comments
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“Questa grande contemplativa e mistica aspirò unicamente a vivere nascosta con Cristo in Dio. Voleva imitare la Sacra Famiglia di Nazareth; per questo volle essere una semplice sorella laica, anche se i superiori le affidarono diverse missioni”.

Questo santa che la Chiesa celebra oggi insieme alla festività dei martiri Perpetua e Felicita, ebbe la grazia di stimare altamente quello che significa vivere nascosta in Dio. E benché accettasse per obbedienza missioni che pur essendo umili ancora la ostacolavano dal rifugiarsi in Lui in quell’anelata ombra alla quale aspirava, lontano dagli occhi altrui, mantenne intatto l’abbandono di se stessa.

Nacque ad Arezzo (Italia) il 15 Luglio 1747. Era discendente di una famiglia nobiliare, i Redi, e al battesimo le imposero il nome di Anna Maria. I primi anni della sua vita furono premonitori della sua donazione come religiosa. Aveva inclinazione alla contemplazione e nonostante la precoce età si poneva profondi punti interrogativi. Sua madre diede compiuta risposta all’insistente domanda che formulava: “Ditemi, chi è quel Dio?”, mediante la conosciuto definizione “Dio è amore”. La successiva domanda, una volta chiarito chi fosse quell’Essere che l’attraeva irresistibilmente, fu: “Che cosa posso fare io per compiacere Dio?”. Consacrò la sua vita a chiarirlo e ad incarnare quello che capì che doveva fare: la donazione perfetta di se stessa.

Da piccola ebbe una chiara intuizione della virtù che doveva esercitare, come si apprezza nella conversazione che tenne con suo padre: “Sto pensando al testo che si è predicato la domenica, quello del servo ingiusto. Arriviamo davanti al Re dei cieli con le mani vuote, in debito con lui per tutto: la vita stessa, la grazia, tutti i doni che ci regala a piene mani… Tutto quello che possiamo dire è: ‘Abbi pazienza con me, e ti pagherò tutto quello che devo’. Ma non potremmo mai pagare i nostri debiti, se Dio non mette nelle nostre mani i mezzi per farlo… E, quante volte ci allontaniamo e neghiamo al nostro prossimo il perdono per un leggero errore, negando il nostro amore, essendo distanti, o perfino criticandoli e con rancori che raffreddano la carità?”.     

A 10 anni arrivò a Firenze, città nella quale rimase praticamente tutta la sua esistenza e dove la inviarono inizialmente i suoi genitori affinché ricevesse la formazione adeguata presso le religiose del convento di santa Apollonia. Furono sette intensi anni di preparazione nei quali accumulò grandi esperienze. Era un modello per le sue compagne che vedevano rifulgere in lei molte virtù e qualità. Cultura ed intelligenza non le mancarono, benché, con umiltà e silenzio, si sforzasse per mantenere all’ombra degli sguardi altrui le doti naturali con le quali era stata adornata. Quando ritornò alla casa paterna ebbe un’impressione di carattere soprannaturale e capì che doveva entrare con le carmelitane.

Nel 1765, attratta dal  testo evangelico: “Dio è amore” (1 Gv 4,16), entrò nel convento di santa Teresa di Firenze. Il suo avvenimento fu segnato dal motto: “Nascosta con Cristo in Dio”. E questo potente anelito di vivere nascosta che riempiva il suo essere, la portò a chiedere che la lasciassero essere una semplice sorella laica. Il suo argomento era di una chiarezza meridiana: “I meriti di una buona azione diminuiscono quando la si espone agli occhi di altre persone, i cui elogi, ci lusingano o piacciono troppo al nostro amor proprio ed orgoglio. Pertanto, è necessario fare tutto solo per Dio”. 

Inoltre, ella desiderava “imitare la vita nascosta della Sacra Famiglia, la quale non differiva in niente dalle altre famiglie del piccolo villaggio di Nazareth”. I superiori ebbero un altro giudizio. E dopo il noviziato e la professione, momento nel quale prese il nome che fu suo fino alla fine dei suoi giorni, fu destinata al coro ed a lavorare nell’infermeria. Diffuse l’amore al Sacro Cuore di Gesù ed alla Vergine del Carmelo, per la quale ebbe speciale devozione.

Fu una grande contemplativa e mistica. Si è detto di lei che appartiene “alla progenie spirituale giovannea  più pura. La fiamma oscura dell’amore infuso che la brucia e la consuma, illumina e dirige tutta la vita, facendole toccare le cime della vita trinitaria, da dove si apre al più ardente apostolato contemplativo”. il Suo itinerario spirituale fu quello di una severa ascesi ed eroica carità fraterna, siglata dalla sua grande allegria.

“Soffrire e tacere” fu un’altra delle consegne che incarnò mirabilmente. Si occupò di dissimulare i suoi atti di virtù e le grazie con le quali era benedetta. Aveva spirito di sacrificio ed amava profondamente il carisma carmelitano al quale fu fedelissima in ogni momento; superò abbondantemente lo spirito della regola. Il suo modello di amore al Sacro Cuore di Gesù fu santa Margherita Maria Alacoque; seguì i suoi insegnamenti che la portarono ad incrementare la sua unione con la Santissima Trinità.

Pio XI si riferì alla santa con queste parole: “Questa breve vita è tutta un’emulazione per quanto c’è di bello, di più elevato e di più sublime… quell’ansietà, quell’avviamento verso orizzonti tanto splendenti, si unisce contemporaneamente con un’altra visione: Quella di alcuni modi e serietà angelici, di una semplicità indescrivibile, di un’invidiabile ignoranza di se stessa e della propria grandezza”. a sua volta, Pio XII manifestò: “Santa Margherita, ardendo d’amore divino, apparve come con una vita più di angelo che di creatura umana, essendo d’aiuto a molte anime per il conseguimento della virtù”. Fu sempre di fragile salute, e quando aveva 23 anni le si presentò una peritonite, a conseguenza della quale morì il 7 marzo 1770 tenendo il crocifisso fortemente stretto tra le mani.

Fu beatificata da Pio XI il 9 giugno 1929, ed egli stesso la canonizzò il 12 marzo 1934. Il suo corpo si trova incorrotto.

 

© Isabel Orellana Vilches, 2018
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