by f. Luis CASASUS, Superiore Generale dei missionari Identes.
New York/Parigi, 20 dicembre 2020 |Quarta Domenica di Avvento
2 Samuele 7, 1-5.8b-12.14a.16; Romani 16, 25-27; Luca 1, 26-38.
Il testo del Vangelo e della Prima Lettura di oggi raccontano storie separate da mille anni: la fine del regno di Davide e l’Annunciazione del Signore. Il sorprendente messaggio inviato da Yahvè a Davide, attraverso il profeta Natan, è pieno di significato, nonostante la sua sorprendente apparenza.
Perché non sarebbe piaciuto a Dio che il Re Davide gli avesse costruito un tempio? E perché dice che gli avrebbe dato un regno che sarebbe durato per sempre, se nell’anno 587 a.C. i babilonesi avevano distrutto Gerusalemme e distruggevano per sempre il regno del lignaggio di Davide?
Alla prima domanda viene data risposta nel Libro delle Cronache, dove si percepisce che Davide non poteva più trattenere le lotte per il potere nella sua stessa famiglia, le sofferenze del suo popolo e la minaccia delle tribù nemiche: Ma mi fu rivolta questa parola del Signore: “Tu hai versato troppo sangue e hai fatto grandi guerre; per questo non costruirai il tempio al mio nome, perché hai versato troppo sangue sulla terra davanti a me” (1 Cr 22, 8).
La seconda domanda è ancora più importante, e ci rivela che i piani di Dio sono inarrestabili e molto più profondi dei progetti umani. Davide ed il suo popolo sognavano un regno che nessuno potesse distruggere, ma sappiamo bene che ogni impero produce sfruttamento, corruzione e schiavitù nell’ambito politico, economico, morale e sociale, per poi cadere e lasciare il potere ad un altro. Yahvé rivelava quello che il Vangelo di oggi annuncia: la venuta di un Re nella persona di un bambino povero ed indifeso che non spargerà altro sangue che il suo e che ci darà la libertà più difficile da raggiungere, perfino in mezzo alla sofferenza causata dalle leggi naturali e dalle nostre ambizioni.
E’ così che sono e si portano a termine i piani divini. Maria era una giovane socialmente insignificante, nata in un insignificante paese perso sulle montagne di Galilea. Giuseppe era un semplice falegname, ma apparteneva alla casa di Davide.
«Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!». (Lc 17, 21).
In questo modo, in una forma inaspettata, la profezia di Natan, pronunciata mille anni prima e ricordata da tutti i profeti, si realizzò letteralmente. Ma c’è di più. Il modo di realizzare i piani divini non è quello che potremmo sperare. Il regno dei cieli potrebbe essere comparato con un bambù… benché questa non sia una parabola di Cristo:
L’Albero di Bambù cinese tarda cinque anni nell’emergere dal suolo. Ma quando germoglia, cresce rapidamente in cinque settimane fino ad un’altezza di più di 25 metri. Se l’albero non avesse sviluppato una forte base invisibile non avrebbe potuto rimanere in vita mentre cresceva. Questo sistema di appoggio gli permette di sopravvivere nelle condizioni più dure durante molti, molti anni, grazie alla durata, alla forza e alla flessibilità sviluppate in precedenza. Le radici si sviluppano silenziosamente ed invisibilmente e se qualcuno coltiva quell’albero potrebbe domandarsi, durante i cinque anni di attesa, se le sue attenzioni sono state inutili o se ha sbagliato in qualcosa.
Come San Paolo ci dice oggi, in questo modo Dio rivela lentamente e gradualmente i suoi piani di salvezza (questo è quello che significa la parola “mistero“) e il momento finale di questa rivelazione è il momento in cui Gesù esclama sulla Croce: «Tutto è compiuto!» (Gv 19, 30), con il quale vuole dire: Questo è il momento più glorioso della mia vita, nel quale il Padre ha mostrato dove arriva il suo amore per l’uomo.
Tutto quanto detto in precedenza non è importante solo per la storia del popolo d’Israele e per la Chiesa, ma anche personalmente per ognuno di noi.
Molte volte pensiamo che i nostri sforzi siano un fallimento, sia per cambiare come per fare il bene agli altri. Ma anche lo Spirito Santo fa uno sforzo, molto più perseverante del nostro, simile alla crescita del bambù, che si manifesta in molti modi dentro di noi.
In che cosa consistono? Con delicatezza, senza che nessuno lo sappia, a volte senza che ce ne rendiamo conto, rende più sensibili due punti dell’avanguardia della nostra anima: l’attenzione ed il desiderio. Solo quando tutta la nostra attenzione e il nostro desiderio si fissano su qualcosa, sia essa un’opera d’arte, un evento, alcune parole o la vita di un’altra persona, allora sorge l’estasi. Quella è la porta dove lo Spirito chiama e, se lo lasciamo entrare, continua a lavorare nella nostra anima. Senza dubbio, qualcosa di simile dovette succedere alla giovane Maria a Nazaret. Dio ci attrae verso di sé, la nostra anima risponde ed in cambio ci riempie di allegria.
Con le parole del nostro Padre Fondatore, Egli ci inclina alle sue cose, alla sua volontà ed ai suoi piani, il che produce nella nostra anima cambiamenti inaspettati che ci fanno comprendere il Vangelo di oggi: niente è impossibile per Dio.
Molti di noi leggono il testo del Vangelo di oggi come se tutto fosse successo in pochi minuti, affinché avvenisse l’Annunciazione. Ma in realtà, il Vangelo presenta Maria in una disposizione contemplativa e di discernimento. Maria era certamente aperta all’orazione e alla contemplazione. In quello stato, lo Spirito aumentò la sua sensibilità naturale ed il suo desiderio innocente di servire Dio ed il suo prossimo. L’invito ad essere la Madre di Dio non fu solo un incontro con l’angelo; ella stava sempre discernendo quello che il Signore le diceva. E così, a poco a poco, come cresce il bambù, il regno dei cieli si rese presente in lei.
Nella commemorazione di oggi dell’Annunciazione, naturalmente celebriamo l’obbedienza e la fede di Maria di Nazaret, ma il testo del Vangelo vuole centrarsi nell’atto che Dio realizzò in Lei. Anche questo è essenziale in ognuno di noi ed è uno dei messaggi chiave dell’Avvento. Per esempio, prima abbiamo menzionato l’attenzione ed il desiderio. È impossibile per noi avere un perfetto dominio di entrambi. Le distrazioni e i piccoli o grandi desideri ci molestano. Abbiamo bisogno dell’aiuto dello Spirito Santo e questa è la prima cosa che sperimentiamo nella nostra spirituale, tanto più quanto siamo fedeli ad essa.
Il modo in cui lo Spirito Santo ci cambia inizialmente è trasfigurando le nostre virtù naturali, la nostra intelligenza e la nostra volontà. Ma contemporaneamente, cambia anche il nostro modo di amare. In questo, l’Annunciazione è un esempio modello, perché l’amore di Maria per Dio e per il suo futuro sposo Giuseppe, si elevano al più alto grado, rendendola capace di amare tutte le persone intorno a lei ed anche tutti coloro che si sarebbero avvicinati a suo Figlio nei secoli venturi. Per questo, nel suo Magnificat, Maria esclama: D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente.
Possiamo illustrare tutto ciò con una storia personale raccontata dallo scrittore Christopher Di Vinck.
Aveva un fratello di nome Oliver che era gravemente handicappato, cieco e disteso a letto. Nessuno era sicuro se Oliver fosse cosciente del mondo che lo circondava, benché mangiasse quando gli davano da mangiare. Benché vivesse fino ai 30 anni, alimentarlo era come alimentare un bambino di otto mesi. Aveva bisogno di cure 24 ore al giorno, e sua madre gliele diede fino al giorno della sua morte.
Chris ricorda…. Quando avevo circa 20 anni, conobbi una ragazza e me ne innamorai. Dopo alcuni mesi la portai a casa a cenare perché conoscesse la mia famiglia. Dopo le presentazioni e qualche piccola chiacchierata, mia madre andò in cucina per controllare il pranzo, e io domandai alla ragazza: “Ti piacerebbe vedere Oliver?” perché, ovviamente, le avevo parlato di mio fratello. “No”, ella rispose. Non voleva vederlo. Fu come se mi avesse dato uno schiaffo in faccia. Le mormorai qualcosa di cortese in risposta e mi diressi alla sala da pranzo.
Poco dopo, conobbi Rosa, una ragazza affascinante dai capelli neri. Mi domandò i nomi dei miei fratelli e sorelle. La portai a casa dopo alcuni mesi perché conoscesse la mia famiglia. Le presentazioni. La piccola chiacchierata. Ceniamo; quindi arrivò il momento di dare da mangiare ad Oliver. Entrai in cucina e preparai la cena di Oliver. Poi, ricordo che domandai timidamente a Rosa se voleva salire a vedere Oliver. “Certo”, disse, e salimmo le scale. Io sedetti sul letto di Oliver mentre Rosa rimase a guardare al di sopra della mia spalla. Gli diedi la sua prima cucchiaiata, e poi la seconda. “Posso farlo io?”, ella domandò con scioltezza, con libertà, con compassione. Cosicché le diedi la scodella e ella diede tutto il cibo ad Oliver, una cucchiaiata dietro l’altra. Oggi Rosa ed io abbiamo tre figli.
Dio trasforma l’amore iniziale che abbiamo per le persone che ci vogliono bene, in amore realmente universale.
Il Mistero della Salvezza ci è stato rivelato e c’insegna che Dio non vuole aiutare i poveri, i piccoli, la gente di buona volontà, senza di noi. Oggi è un giorno appropriato per seguire l’esempio di Maria, nella quale la grazia crebbe silenziosamente, come il bambù, fino a dare un frutto visibile e gioioso per tutti. Maria è obbediente. La sua obbedienza è rischiosa quando dice: Avvenga per me secondo la tua parola. La sua obbedienza è amorosa. Ama Dio e per questo confida in Lui ed obbedisce. Ella continuò a dire “Si” a Dio fino alla fine della sua vita terrena per essere la Madre di Dio, magari ci sforzassimo anche noi ad imitare il “Sì” radicale di Maria, aprendo un punto affinché Cristo faccia la sua tenda nei nostri cuori, e così aiutare a portarlo al mondo.
Quando ci sembra che niente funzioni, che niente abbia senso ed incominciamo a discutere la realtà della nostra vocazione, ricordiamo la preferenza di Dio per gli ultimi, per coloro che non contano nulla, per tutto quello che è disprezzato dalla gente. Facendo fruttificare il ventre di Maria, mostrò che non c’è condizione di morte dal quale il Signore non sappia recuperare la vita. Perfino i cuori secchi come le sabbie del deserto si trasformeranno in esuberanti giardini, irrigati dall’acqua del suo Spirito, allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva. (Is 32, 15).
Pertanto, non dimentichiamo che le nostre piccole buone azioni aiutano gli altri a vedere la luce che li porterà davanti a Dio, subito o alla fine dei loro giorni.
L’annunciazione a Maria e l’incarnazione del Verbo costituiscono il mistero più profondo della relazione tra Dio e gli uomini e l’avvenimento più importante della storia dell’umanità: Dio si fa uomo, e continuerà ad esserlo per sempre, tale è la portata della sua bontà e misericordia ed il suo amore per tutti noi. E, tuttavia, il giorno in cui la Seconda Persona della Santissima Trinità assunse la fragile natura umana nel seno puro della Santissima Vergine, tutto avvenne in silenzio, senza fanfaronate di nessun tipo… allo stesso modo in cui cresce il bambù, discreto, perseverante e sicuro,.