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Santo

Beato Luigi Zeferino Moreau, 24 maggio

By 23 Maggio, 2024No Comments

“Il buon prelato Moreau, amico dei poveri, conosciuto anche come il vescovo santo, fu singolarmente devoto del Sacro Cuore di, di Maria e di Giuseppe, devozione che cercò di diffondere. Fu co-fondatore delle Sorelle di San Giuseppe”

Nacque a Bécancour, Quebec, Canada, il 1° aprile 1824. I suoi genitori erano umili agricoltori. Fu il quinto di tredici fratelli; due di essi non sopravvissero. Crebbe essendo un bambino “intelligente, pio, modesto, tranquillo e pensieroso”. Ma venendo prematuramente al mondo, fin dall’inizio l’accompagnò la sua cattiva salute. Questa deficienza fece sì che i suoi genitori cercassero per lui un futuro meno faticoso di quello derivato dal lavoro nel campo. Il parroco Charles Dion consigliò loro di destinarlo allo studio. E dopo avere imparato le nozioni basilari, nel 1839 entrò nel seminario di Nicolet. In una delle sue visite pastorali l’arcivescovo del Quebec, Joseph Signay, confermò le sue qualità per essere ordinato. Ma quasi alla fine del 1845, un anno e mezzo dopo questo incontro, la debolezza e lo stress originato da alcune lezioni che impartiva diminuirono le sue scarse forze e tornò a Bécancour per fare una vita concorde con la sua situazione, sotto la protezione della parrocchia dove si propose di continuare gli studi ecclesiastici.

Nel 1846 non era completamente recuperato, e ciò indusse mons. Signay a raccomandarlo che rimanesse con la sua famiglia e si dimenticasse del sacerdozio. Ricevette questa notizia costernato. La sua vocazione era solida, e senza spaventarsi, fortificato dalla fede ed in uno stato di pace, elevò le sue preghiere a Dio ed agì con fermezza. Il parroco e i formatori del seminario che lo conoscevano bene non l’abbandonarono. Con lettere di raccomandazione andarono a Montreal. Luigi non tardò molto a ricevere l’aiuto del vescovo della città, mons. Ignace Bourget, che dovendo andare a Roma lo affidò a Jean Charles Prince, il suo segretario e direttore della scuola che poco dopo sarebbe stato designato primo vescovo di Saint-Hyacinthe. Quando Bourget ritornò, accolse Luigi nell’episcopato. Prince e lui poterono constatare di prima mano le virtù che adornavano il beato. Ambedue furono suoi benefattori.

Fu ordinato il 19 dicembre 1846. Per sei anni seguì diverse missioni che lo disposero per potere assistere convenientemente Prince nel 1852 quando si fece carico della diocesi di Saint-Hyacinthe in qualità di vescovo. Fu suo segretario e suo cancelliere. Ebbe in lui ad un gran maestro. Come discepolo avvantaggiato, Luigi imparò dalla sua sagacità pastorale e si nutrì dei suoi insegnamenti, come fece anche con i tre suoi successori. Fu parroco della cattedrale, procuratore dell’episcopato, vicario generale, segretario del consiglio diocesano, addetto delle finanze e cappellano di varie congregazioni di religiose, tra altre responsabilità che svolse.

Quattro volte amministrò la diocesi in assenza del prelato titolare o durante le epoche nelle quali la sede fu vacante. Tutto fece con efficacia, diventando creditore della fiducia che depositarono in lui. Era ordinato, un lavoratore nato, amato ed ammirato da tutti: laici, religiosi, sacerdoti e fedeli in generale. Alla morte del terzo vescovo di Saint-Hyacinthe, Charles Larocque, Pio IX gli concesse questa stessa dignità nel novembre del 1875. In nessun modo Luigi voleva accettare una missione tanto alta a capo della diocesi, ma il papa lo pregò che accettasse con generosità quello che denominò “giogo del Signore”. Prese possesso il 16 gennaio 1876. Aveva allora 51 anni, e diresse la giovane diocesi per più di un quarto di secolo sotto il motto: Omnia possum in eo qui me confortat “Tutto posso in Colui che mi da forza” (Fil 4,13).

Era un uomo di orazione, di vita semplice ed austera che aveva una speciale debolezza per i poveri. Nel corso della sua missione episcopale si constatò la sua gran fedeltà alla Chiesa e al papa. Nei momenti delicati nei quali fu coinvolto antepose il suo amore per loro ai suoi criteri ed ai legami di amicizia che lo univano ad altre persone. Intenso fu il suo lavoro pastorale. Riaprì la residenza episcopale, diede impulso alla costruzione della cattedrale con le risorse accumulate dal suo predecessore, aprì le porte a molte comunità religiose fornendo alla diocesi la ricchezza che implicano i diversi carismi, aiutò socialmente ed economicamente l’Unione di San Giuseppe, un progetto posto in marcia da lui per sostenere quelli che rimanevano senza lavoro dopo il terribile incendio che distrusse Saint-Hyacinthe, e prestò la sua assistenza ai circoli agricoli. Fondò anche, con la collaborazione della venerabile Elisabeth Bergeron, le Sorelle di San Giuseppe allo scopo di seguire le scuole rurali di ragazzi e piccole.

Passò per questa vita prodigandosi per il bene, abbandonato nelle mani della divina Provvidenza. Fu audace, prudente, sollecito e servizievole, fermo e comprensivo, un apostolo instancabile. Era disponibile per tutti. Denunciò i disordini dell’epoca senza aver dubbi. La sua vicinanza ai sacerdoti e parrocchiani era frutto della sua orazione. Riconosciuto per le sue virtù gli assegnarono l’affettuoso appellativo di “il buon monsignor Moreau”. Era il segno dell’affetto e della gratitudine che avevano per lui. Questa qualifica si trasformò poi in “il vescovo santo”. Il popolo ereditò la sua devozione per il Sacro Cuore di Gesù, per Maria e Giuseppe che diffuse in ogni momento. Innumerevoli persone lo cercarono per ricevere il suo consiglio. Di ciò dà costanza la preziosa ed ingente testimonianza spirituale ricavata da più di 15.000 lettere. “Non faremo bene le grandi cose se non siamo determinati ad un’unione intima con Nostro Signore”, scrisse. Fece vita di questa convinzione, vincendo la fragilità che l’accompagnò in tutta la sua esistenza. Morì a Saint-Hyacinthe il 24 maggio 1901.

Giovanni Paolo II lo beatificò il 1maggio 1987.

© Isabel Orellana Vilches, 2018
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