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Santo

Beato Corrado D’Ascoli, 19 aprile

By 18 Aprile, 2024No Comments

“Obbedienza e fedeltà di un insigne francescano, umile e penitente, che evangelizzò l’Africa Roma, e Parigi. Fu stimato da papa Nicola IV, suo amico d’infanzia e compagno nello stesso Ordine, che pensò di designarlo cardinale”.

Nacque il 18 settembre 1234 ad Ascoli Piceno (Marche, Italia). Faceva parte di una riconosciuta famiglia di illustre ascendenza: i Miliani. Uno dei suoi amici di infanzia era Geronimo Masci, futuro generale dell’Ordine francescano e papa (Nicola IV), discendente anch’egli di una rilevante famiglia della borghesia di Ascoli. Si racconta che Corrado intuiva il futuro che aspettava il suo compatriota perché essendo bambini si inginocchiava a volte davanti a lui. E siccome quel gesto veniva notato da altre persone che, come è naturale, volevano sapere che cosa lo spingeva, con ogni semplicità spiegò che vedeva in lui il successore di Pietro. Scorgeva nelle sue mani perfino le chiavi, simbolo della Chiesa, un apprezzamento che solo poteva provenire dall’alto. Ebbene, questa felice circostanza che implicava la loro stretta convivenza superò l’aneddotica poiché ambedue condivisero la loro vocazione per la vita francescana.

Vestirono nello stesso tempo l’abito dell’Ordine nel convento di Ascoli, e seguirono una formazione parallela realizzando il loro noviziato ad Assisi. Ma la Provvidenza andava preparando Geronimo per incarnare missioni di governo che segnarono l’inizio di due strade divergenti tra questi fratelli. Orbene, uniti sempre per l’ideale di Cristo, ed in una stessa vocazione, non smisero di stare l’uno nel cuore dell’altro. E Geronimo sarebbe ricorso a Corrado in altre circostanze. Prima, dal 1255 al 1273, passò per le Marche ed il Lazio, come lettore di teologia e predicatore in Dalmazia-Croazia, ad istanze di san Bonaventura che apprezzava il suo valore. Sicuramente anche Corrado ebbe notizie del suo fruttifero intervento diplomatico a Costantinopoli, lavoro che fu lodato perché la situazione creatasi tra la chiesa greco-bizantina e la cattolica era altamente delicata.

Mentre la vita di Geronimo scorreva per questo sentiero, Corrado si era trasferito a Perugia dove si addottorò, insegnò teologia e si dedicò ad evangelizzare. Ambedue furono esempio di umiltà ed obbedienza. Quindi nel corso del capitolo generale di Lyon, il 19 maggio 1274 Geronimo fu designato ministro generale dell’Ordine. L’ultimo era stato san Bonaventura, ma il Serafico Dottore dal 1273 assumeva la dignità di cardinale. Morì il 17 Luglio di quell’anno. Una volta che Geronimo prese possesso del suo nuovo incarico autorizzò la partenza di Corrado per le terre africane, concretamente la Libia. Fu il primo missionario della Cirenaica.

In quell’epoca la Francia voleva invadere la Spagna ed il papa Nicola III intervenne per ostacolarlo attraverso Geronimo, assegnandogli Corrado come compagno di tanto complessa missione. Riuscito in questo proposito, ritornarono a Roma dove Masci fu nominato cardinale nel 1278. Il beato passò due anni a Roma, e poi fu inviato a Parigi dove impartì teologia nella sua università. Ma quando Geronimo fu eletto pontefice nel 1288 succedendo a Onorio IV, lo chiamò di nuovo. Considerava molto il suo autorizzato giudizio ed era sicuro che sarebbe stato un eccellente consigliere. La vita di Corrado, geloso ed instancabile apostolo di Cristo, era stata segnata da umiltà e penitenza. Lo si vedeva vestito di un rozzo abito, camminava coi piedi scalzi, riposava solamente poche ore su una rigida tavola, digiunava a pane e acqua quattro dei sette giorni della settimana, ed incoraggiava tutti alla conversione. Aveva una grande devozione per la Santissima Trinità e la Passione di Cristo. Fu un aspirante al martirio e volle sempre unire le sue sofferenze a quelle del Redentore. Fu premiato col dono di miracoli e quello di profezia. Tra la gente si era diffusa l’idea, forgiata in quello che vedevano, che si trovavano davanti ad un santo.

Nicola IV sapeva che era un religioso di singolare valore, e pensò di designarlo cardinale. Quando questo desiderio giunse all’orecchio di Corrado che si sentiva chiamato ad incarnare lo spirito di nascondimento, sperimentò un profondo sentimento di fastidio. Ma si dispose ad ubbidire. È quello che aveva fatto Geronimo quando fu scelto per svolgere le alte missioni che gli affidarono: assumere la sua contrarietà ed abbracciarsi alla croce. Arrivato il momento dell’addio ai fedeli, le parole che pronunciò Corrado nella predicazione non erano altro che il segno di quello che si annidava nel suo cuore. Glossò meravigliosamente le virtù cristiane, lodando in modo speciale il valore della vita nascosta in Cristo.

In quei momenti la sua salute era già molto indebolita. Per questo motivo, il viaggio, che allora era estenuante, lo colpì oltremodo. Ed andando verso Roma non gli rimase altro rimedio che fermarsi ad Ascoli per la gioia di tutti, come egli stesso poté comprovare attraverso le dimostrazioni di affetto che gli dispensarono. Gli rimaneva unicamente un mese di vita. Trovandosi nella sua città natale, cadde malato. Sapeva che si trovava sul punto di consegnare la sua anima a Dio perché gli fu dato di conoscere in anticipo il giorno ed ora del suo decesso. Poté prepararsi per quel momento tanto anelato, ed il giorno 19 aprile 1289 entrò nel cielo. La notizia produsse una speciale costernazione perché era già acclamato per la sua fama di virtù. Suo fratello, compagno ed amico, il pontefice Nicola IV, non nascose il suo dolore rivelando che, effettivamente, aveva pensato di nominare cardinale questo affettuoso e fedele religioso. Dopo, profondamente commosso, fece erigere un mausoleo sulla tomba a San Lorenzo alle Piagge di Ascoli Piceno. Il 28 maggio 1371 i resti di Corrado furono traslati nella chiesa di San Francesco nella stessa città.

Pio VI determinò concedergli Ufficio e Messa in suo onore il 30 agosto 1783.

 

© Isabel Orellana Vilches, 2018
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