Skip to main content
Santo

Beato Bertrand da Garrigue, 6 settembre

By 5 Settembre, 2023Aprile 17th, 2024No Comments
Print Friendly, PDF & Email

“Il secondo domenicano. Uno dei più fedeli compagni di San Domenico, testimone dei suoi favori celestiali e dei miracoli. Si è detto che arrivo ad essere sua vera immagine. Grande apostolo in Francia e Italia”

Fu uno dei primi membri dell’Ordine dei domenicani, primo priore di St. Jacques a Parigi, e provinciale della Provenza. Nacque a Garrigue, di lì il suo nome, località vicina a Nimes, Francia, nell’anno 1195. Era un’epoca nella quale predominavano le guerre e le eresie dalle quali molti cattolici non si sottrassero essendo immersi in una vita dissipata e lontana dalle indicazioni ecclesiali; un campo fruttuoso per le liti e le lotte senza fine. All’estremo opposto si trovava un vigoroso monacato che si sarebbe rivestito di splendore nel secolo XII. Il giovane Bertránd, grazie all’educazione cristiana che gli diedero i suoi genitori, poté evitare molti dei pericoli che attaccarono i credenti, avviando la sua vita alla sequela di Cristo. Era solo un bambino di 5 anni quando Raimondo IV di Toulouse si propose di annichilire ogni traccia di fede, in particolare i monasteri cistercensi, emblematici centri di lotta contro l’eresia predominante che era quella albigese, nella quale egli credeva. Con tutto ciò, il futuro domenicano si impegno col carisma cistercense.

In quell’epoca Domenico di Guzmán, insieme al vescovo di Osma, Diego di Acevedo, passò per Montpellier essendo testimone di una storica assemblea composta da prelati ed abati cistercensi che, presieduti da un legato pontificio, dibattevano sul modo di combattere gli albigesi. Fu in quell’occasione che il prelato di Osma propose che si abbandonasse ogni ostentazione e si abbracciassero strettamente alla povertà. Confermando come testimone coi suoi gesti questo apprezzamento, licenziò il suo seguito e rimase solo con Domenico di Guzmán. Di lì andarono a predicare la fede contro gli albigesi. Quando Diego morì, Domenico proseguì questa evangelizzazione da solo.

Anche Bertránd era uno dei presbiteri della diocesi di Nimes che combatteva gli albigesi con le sue parole. Ed in quella località, verso il 1208, si trovarono questi insigni apostoli. Bertránd, commosso per l’ardente carità di Domenico e la sua formidabile eloquenza, a lui si unì riempendo il vuoto che aveva lasciato Diego. Fu uno dei sei uomini che si vincolarono al fondatore nel 1215 per formare una nuova congregazione religiosa, l’Ordine dei Predicatori, nel quale avrebbe sviluppato una grande missione. Perché insieme alla sua intrepidezza apostolica e spirito di obbedienza fu un fedele discepolo di Domenico. L’accompagnò nei suoi viaggi, e godette della sua amicizia e fiducia. Si è detto del giovane beato che “arrivò ad essere vera immagine di Domenico di Guzmán”, il che permette di immaginare il grado di virtù che doveva adornarlo. In un’occasione Bertránd liberò il santo da un assalto che alcuni albigesi pensavano di perpetrare contro lui. Quando nel 1215 Domenico dovette andare a Roma per partecipare al IV Concilio del Laterano, lasciò Bertránd a capo della comunità di Toulouse che era allora il seme del nuovo Ordine. Ritornando da Roma, il fondatore vide che era riuscito ad incrementare il numero di vocazioni. Prese l’abito nel 1216 e si diresse a Bologna per aprire lì una nuova fondazione, missione che gli affidò Domenico e che accolse gioiosamente. Di nuovo i frutti del suo zelo apostolico che si manifestarono nell’intensa evangelizzazione che effettuò dentro e fuori delle città, fecero sì che i domenicani si collocassero fecondamente in quel posto.

Nel 1217, dopo la morte del conte di Montfort che proteggeva il gruppo di religiosi, tutti dovettero partire per il monastero di Prulla, e da lì il giorno dell’Assunzione di quell’anno Domenico li inviò in missione per altre terre. Bertránd fu trasferito a Parigi vicino a Matteo di Francia. Il beato Giordano fece un ritratto di come Bertránd era in quell’epoca, considerandolo: “uomo di gran santità e di un rigore inesorabile con sè stesso, acerrimo mortificatore della sua carne che aveva copiato in molte cose la vita esemplare del suo maestro San Domenico”. Dopo avere lasciato sistemati i compagni che andavano a fondare, Bertránd ritornò a Toulouse. Avvenne una grave insurrezione, nella quale morì Simón di Montfort, benché il convento di San Román rimanesse integro, e sana e salva la comunità presieduta da Bertránd.

Nel 1218 Domenico nuovamente lo scelse per accompagnarlo nel suo viaggio a Parigi. Per la strada incrociarono un gruppo di pellegrini tedeschi nel santuario di Nostra Signora di Rocamandour. Lasciandosi portare dal suo ardore apostolico, e siccome non potevano farsi capire dato che non parlavano tedesco, il santo propose a Bertránd di chiedere a Dio la grazia di poter parlare nella propria lingua, grazia che fu loro concessa. Domenica lo pregò di non narrare il fatto miracoloso finché egli viveva, ed il beato conservò assoluto sigillo di ciò fino a dopo la sua morte. Altri miracoli si operarono per mezzi di Domenico dei quali fu testimone Bertránd che li raccontò al beato Giordano nel momento opportuno, tra i quali riuscì a liberarsi di una tempesta terribile tra Montreal e Carcassonne mentre andavano ad evangelizzare per le strade.

Nel 1221, nel corso del capitolo generale si produsse la divisione giuridica dell’Ordine in otto province per propiziare una migliore attenzione tanto spirituale come apostolica. In essa Bertránd fu nominato provinciale di Provenza, fondazione che tutelò con squisita carità. Quando morì Domenico, si occupò delle suore di Prulla, viaggiò, predicò instancabilmente ed aprì nuovi conventi, tra molte altre azioni. Ricevette il dono dei miracoli. Verso il 1230 andò a predicare alle sorelle cistercensi di Bouchet, vicino a Garrigue, e lì lo sorprese la morte.

Il suo culto fu confermato il 14 Luglio 1881 da Leone XIII che sottolineò la sua umiltà, lo spirito penitenziale e la preghiera.

 

© Isabel Orellana Vilches, 2018
Autora vinculada a

Obra protegida por derechos de autor.
Inscrita en el Registro de la Propiedad Intelectual el 24 de noviembre de 2014.
________________
Derechos de edición reservados:
Fundación Fernando Rielo
Hermosilla 5, 3° 28001 Madrid
Tlf.: (34) 91 575 40 91 Fax: (34) 91 578 07 72
Correo electrónico: fundacion@rielo.org

Depósito legal: M-18664-2020
ISBN: 978-84-946646-6-3