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Santo

Beato Basilio Antonio Maria Moreau, 20 gennaio

By 19 Gennaio, 2024No Comments
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“Visse al riparo della Croce, sua unica speranza in mezzo ai numerosi contrattempi che gli capitarono per poter sostenere le sue fondazioni composte da sacerdoti, religiosi e laici. Ebbe come modello la Sacra Famiglia”.

 

In questa festività di san Sebastiano, la Chiesa celebra la vita di questo beato. Come tanti altri fondatori e fondatrici, Antonio soffrì molto per portare avanti la sua opera. Fu incompreso in non poche occasioni, ma non smise mai di confidare pienamente nella divina provvidenza. Nel suo affanno di compiere in ogni momento la volontà di Dio, non dubitò di donarsi completamente fino alla fine dei suoi giorni. Questo sentimento di agire in nome di Dio, di essere strumento suo, lo trasmise ai suoi figli spirituali: “L’opera della Santa Croce non è opera dell’uomo, bensì opera di Dio stesso. […] Per questo vi esorto a rinnovare lo spirito della vostra vocazione che è uno spirito di povertà, castità ed obbedienza.”     

Era nato a Laigné-in-Bélin, distretto di Le Mans (Francia) l’11 febbraio 1799. Faceva parte di una generosa famiglia, composta da quattordici fratelli, dei quali egli era il nono. Quando decise di diventare sacerdote, il parroco l’aiutò negli insegnamenti basilari che poi proseguì nella scuola di Château-Gontier e nel seminario di Le Mans. La sua vocazione erano le missioni. E lì avrebbe voluto andare quando divenne sacerdote nel 1821.

Tuttavia, le previsioni del suo vescovo erano altre. Vide in lui qualità per l’insegnamento e la formazione dei nuovi seminaristi, e decise che ampliasse i suoi studi al di fuori della diocesi. Ritornando a Le Mans, insieme alla sua intensa attività pastorale, impartiva diverse discipline nel seminario del quale fu professore dal 1823 al 1836. Tre anni prima di cessare in questo compito, prese contatto con la fondazione del Buon Pastore di Le Mans, istituzione destinata alla rieducazione di giovani che sbagliarono il loro cammino e si addentrarono nelle pericolose strade della delinquenza. Fu un’esperienza indimenticabile per lui. 

Nel 1835 conobbe da vicino la Congregazione dei Fratelli di San Giuseppe che aveva come obiettivo la formazione dei contadini. Era nelle mani di laici impegnati, ed egli diventò il loro direttore spirituale. Cosciente del grande compito pastorale che hanno sempre davanti i presbiteri, in quell’anno 1835 fondò la società di Sacerdoti Ausiliari. Con essa diede un impulso più che notevole al suo lavoro, assistendoli attraverso predicazione, ritiri, piccoli corsi e missioni popolari. 

Nel 1837 sorse, come fusione di questa società e della Congregazione dei Fratelli di San Giuseppe, un’altra nuova fondazione: la Congregazione della Santa Croce col motto: “Salve, oh croce, nostra unica speranza”. Le diede questo nome per la portata che la croce aveva nella sua vita. Dato che è il segno del seguace di Cristo, sempre alludeva ad essa nella sua direzione spirituale.    

Quattro anni più tardi diede impulso alla terza fondazione: le Marianite della Santa Croce, formata da religiose. Conoscitore del valore indiscutibile dell’unità, fonte di benedizioni, che sostiene qualunque impresa, faceva notare: “L’unione fa la forza e la disunione porta alla rovina”. Unità, naturalmente, vincolata in Cristo: “Dobbiamo rimanere uniti in Lui gli uni con gli altri, di modo che siamo uno solo, come i rami col tronco, sostenuti dalla stessa radice ed alimentate dalla stessa linfa che formano un solo albero”.    

Prendendo come modello la Sacra Famiglia chiamò i sacerdoti, Salvatoristi, i fratelli, Giuseppini, e le religiose, Marianite. In un complesso unico, estesero le loro reti nell’ambiente rurale ed in altre missioni intraprese all’estero. Educazione e predicazione erano pilastri basilari dell’azione apostolica, insieme al lavoro parrocchiale e alla “diffusione della buona stampa”. 

D’altra parte, si occuparono anche di creare e dirigere case destinate al reinserimento di delinquenti giovani e ad accogliere persone senza casa. I tre rami della Congregazione si andarono stabilendo in diversi posti del mondo: Algeria, Stati Uniti, India e Canada, tra gli altri paesi. Il P. Moreau seguì l’espansione dalla sua dimora situata vicino all’Istituto della Santa Croce.     

Egli che tanto amò l’unità, durante più di una decade, dovette soffrirne l’assenza tra i suoi figli. Tanta fu la pressione e le accuse che mettevano in ridicolo la sua capacità direttiva, oltre ad altre discrepanze aggiunte, che egli si propose di dimettersi come superiore generale nel 1860, gesto rispettabile ed edificante che non riuscì fino al 1866, anno nel quale il papa accolse il suo desiderio, dopo il persistere e l’aggravarsi dei soprusi contro la sua persona,.

Abbandonato dai membri dell’opera che lui stesso aveva messo in moto, solo poté contare sull’assistenza di due sue sorelle. Convivendo insieme a loro, esercitò il suo lavoro da predicatore nelle parrocchie attigue a Le Mans fino a che il 20 gennaio 1873 consegnò la sua anima a Dio. 

Fu beatificato da Benedetto XVI il 15 settembre 2007 in quella città.        

  

  

 

 

 

TRADUZIONE ITALIANA
Isabel Orellana Vilches, Gesta d’amore (Epopeyas de Amor)

© Isabel Orellana Vilches, 2018
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