Skip to main content
Santo

Santa Vicenta María López y Vicuña, 26 dicembre

By 25 Dicembre, 2023Aprile 17th, 2024No Comments
Print Friendly, PDF & Email

“Questa fondatrice delle religiose di Maria Immacolata aveva ai suoi piedi tutto quello che poteva desiderare, data l’alta posizione sociale a cui apparteneva. Ma si donò a Cristo e fu un angelo protettore per le donne impiegate nel servizio domestico”.

Un santo contempla quello che lo circonda influenzato dall’amore per Dio e l’anelito di dare agli altri il meglio di sé. Attento a qualunque barlume nel che percepisse la via da seguire per incanalare il bene, come fece Vicenta Maria, si mette in moto senza ritardi e la grazia di Cristo si sparge a fiumi.   

Nacque a Cascante (Navarra, Spagna) il 22 marzo 1847. Era figlia di un prestigioso giurista che si occupò personalmente della sua educazione constatando le qualità che possedeva. Crebbe in una famiglia cristiana e impegnata nella quale fioriva quotidianamente la carità, poiché i suoi componenti dedicavano gran parte del loro tempo aiutando gli svantaggiati. In quel clima trascorse la sua infanzia, protetta dai suoi genitori e da altri parenti, apprezzando in essi tratti di pietà e condividendo la spiritualità che emanava dal suo ambiente come qualcosa di naturale. Visitava il Santissimo, andava a messa e faceva attenzione alle immagini del tempio, in particolare quella di Cristo legato alla colonna; questa suscitò in lei una grande devozione che mantenne fino alla fine della sua vita.     

Una zia materna apparteneva all’aristocrazia madrilena e dispensava ogni tipo di attenzioni ai bisognosi. I suoi tratti di generosità, insieme alla sua privilegiata situazione sociale, furono considerati dai genitori e dagli zii di Vicenta quando decisero che proseguisse la formazione a Madrid. Sotto la custodia di questo parente, imparò lingue e piano, studi che completò più tardi nella prestigiosa scuola San Luigi dei Francesi. Era una ragazza normale, con una certa civetteria -usuale a quell’età-, intelligente, creativa, con molti interessi culturali e molto comunicativa. I primi anni della sua gioventù trascorsero in uno stato di ricerca. Sua zia era strettamente vincolata alla Congregazione della Dottrina Cristiana, ed ella normalmente l’accompagnava in alcune azioni che realizzava con giovani donne impegnate nel servizio domestico, che aiutò a discernere la strada a seguire.     

La previsione dei suoi genitori era quella di sposarla con qualcuno della sua condizione sociale, e c’erano delle aspettative affinché così succedesse. Ma tale futuro non entrava nei piani della giovane, e quando sua zia la sondò facendo da mediatrice tra lei ed i suoi progenitori, Vicenta María rispose: “zia, né con un Re né con un santo”; cioè che nel suo cuore aveva già scelto. Dimentica di sé e centrata nelle necessità di queste giovani, cominciò a pensare seriamente come avrebbe potuto aiutarle meglio. La chiave la ricevette nel 1853 leggendo l’annuncio di un piano in affitto. In quella semplice osservazione intravvide il segno che Dio le metteva per iniziare la sua opera. E si impadronì dell’abitazione. Accolse in essa tre ragazze, convalescenti dell’ospedale, insieme ad una persona di maggiore età, selezionata per assisterli, e denominò “La Casetta” a quello spazio tanto raccolto nel quale diede alle giovani un trattamento evangelico. Si occupò della loro formazione ed anche del loro lavoro scegliendo scelti domicili affinché potessero servire in essi.     

Dopo la realizzazione degli esercizi spirituali effettuati nel monastero della Visitazione nel 1868, le linee che doveva seguire diventarono più nitide. Il seguente grande passo fu comunicare a suo padre per lettera la sua risposta negativa al matrimonio. L’informò della sua vocazione e progetto di fondare un Istituto approfittando dell’esperienza che aveva acquisito convivendo coi giovani. Non era vincolata con voti, ma si propose di compiere quello che capiva come volontà divina. L’11 giugno 1876 mise in marcia l’Istituto; con lei si compromettevano in questo lavoro due giovani.   

Le vocazioni aumentarono e la fondazione continuava a crescere esponenzialmente. Faceva a tutte la seguente avvertenza: “A questo scopo considerino che sono venuti all’Istituto ad abitare unanimi e conformi e a non avere altro che un cuore ed un’anima in Dio”. Mise la “Congregazione del Servizio Domestiche”, attuali “Religiose di María Immacolata “, sotto la protezione della Vergine Maria. Supplicava in maniera insistente: “Insegnami ad ubbidire, Dio mio”. La carità era l’unico orizzonte per i componenti della fondazione: “Niente mi piace tanto quanto potervi contemplare infocate nel fuoco della carità”. In poco tempo cinque nuove case resero conto della fecondità apostolica.    

Nel luglio del 1890 fece i suoi voti perpetui. Poco dopo si ammalò gravemente di tubercolosi. Vedendo che stava per morire, e pensando ai giovani, disse: “Voglio raccomandarvi che per la mia morte non si sopprima nessuna piccola festa delle ragazze, e questo anche se fossi presente con il corpo “. Il suo transito avvenne il 26 dicembre 1890. “Se viviamo bene, la morte sarà il principio della vita”, aveva detto. 

Fu beatificata da Pio XII il 19 febbraio 1950, e canonizzata da Paolo VI il 25 maggio 1975. 

© Isabel Orellana Vilches, 2018
Autora vinculada a

Obra protegida por derechos de autor.
Inscrita en el Registro de la Propiedad Intelectual el 24 de noviembre de 2014.
________________

Diritti di edizione riservati:
Fondazione Fernando Rielo
Hermosilla 5, 3° 28001 Madrid
Tlf.: (34) 91 575 40 91 Fax: (34) 91 578 07 72
E-mail: fundacion@rielo.org
Deposito legale: M-18664-2020
ISBN: 978-84-946646-6-3