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Santo

San Luis María Grignion de Montfort, 28 aprile

By 27 Aprile, 2024No Comments
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“Maestro della spiritualità mariana, autori di testi dedicati alla Vergine trovò rifugio nel suo materno cuore davanti alle numerose prove che patì. Lasciò posti i pilastri della Compagnia di Maria e delle Figlie della Sapienza”.

Nacque il 31 di gennaio 1673 a Montfort, Francia. Era il maggiore di diciotto fratelli. Tra essi ci furono tre sacerdoti e tre religiose; un altro morì nell’infanzia. Benché di forte costituzione e forza fisica, grande abilità, come qualità per l’arte (disegno e pittura) e la letteratura – tutto ciò meritava il rispetto dei suoi amici -, Luigi era timido; gli piaceva la solitudine. Si abituava pregando davanti all’Eucaristia e di fronte all’immagine di Maria. Suo padre era un avvocato di carattere aspro ed irascibile che se la prendeva specialmente con il suo primogenito, frustandolo ed incitandolo all’ira. Dato che anche il giovane aveva il suo temperamento, e sicuramente un aspetto vicino al dispotismo e all’arroganza come il suo progenitore – come hanno affermato studiosi della sua vita -, per evitare conflitti con lui agiva come Teresa di Lisieux: faceva della fuga la sua vittoria. Optando per questa via si esercitava nella forma di morire a sé stesso indicata da Cristo e camminava fermamente verso la santità.

Andò domando le sue tendenze ed imparò ad essere paziente e gentile. Ciò lo predispose per sapere affrontare evangelicamente le numerose prove che costellarono la sua vita: incomprensioni, persecuzioni ed insulti carichi di fiele. Presto si rifugiò in Maria affinché accogliesse nel suo grembo materno le pene che lo soffocavano. Ella gli dava pace. “Sono tutto tuo oh Maria!, e tutto quanto ho, tuo è”, avrebbe scritto in una delle sue straordinarie opere.

Quando era adolescente andava di mattina presto a messa senza riflettere sulla notevole distanza che c’erano tra il tempio ed il suo domicilio. Frequentò studi coi gesuiti di Rennes e mantenne l’abitudine di andare in chiesa, visitandola prima e dopo essere uscito da classe. Tutto ciò accadde nella tappa cruciale dagli 11 ai 19 anni che in qualche modo segna il divenire. Era esterno; viveva con suo zio sacerdote Alain Robert. In quel periodo ebbe un’esperienza di Dio che diede un cambio alla sua vita, e che lo portò ad incentrarsi nell’orazione e nella penitenza. Innanzitutto, cercava la sua trasformazione interiore. Per questo motivo approfittava delle vacanze unendosi ad un gruppo di giovani che accudivano a poveri e malati incurabile guidati da Julien Bellier, un sacerdote con una grande impronta apostolica. Lì cominciò ad impartire catechesi e ad intensificare la sua devozione a Maria. Fu la soglia di una delle sue linee caratteristiche: la ricerca della Sapienza.

A 20 anni iniziò studi ecclesiastici nel seminario di san Sulpizio di Parigi. La sua famiglia attraversava seri problemi economici, e benché avesse dei benefattori viveva male nell’alloggio che gli assegnarono fuori dal seminario perché non poteva procurarsene uno migliore. Morendo il direttore della comunità si rifugiò in un’altra con maggiori carenze. Soffrì fame e freddo tali che si ammalò seriamente. Rimase un tempo nell’ospedale dibattendosi tra la vita e la morte, e recuperando la salute entrò nel seminario di san Sulpizio. I suoi gesti non passarono inosservati: vegliava i moribondi per ottenere qualcosa in denaro, manifestava per strada contro coloro che pubblicavano testi poco edificanti o intonavano canzoni profane, organizzava collette nel seminario per l’aiuto dei bisognosi, ecc. Erano forme considerate poco ortodosse da molti del suo ambiente e non causavano precisamente buona impressione. A ciò si univano le critiche contro il suo criterio, giudicato come severo in non poche occasioni. Luigi andava conquistando la santità a forza di orazione, penitenza e studio.

 

Fu ordinato nel 1700. Ed i sedici anni di sacerdozio furono carichi di difficoltà per lui, tra le altre cose, perché non capivano la sua inquietudine e la non conformità con certe abitudini ecclesiastiche. Nel 1703 non aveva ancora chiaro se doveva orientarsi all’aiuto dei poveri o alla predicazione. Allora già viveva a Parigi e meditava sulla croce di Cristo nel minuscolo spazio che c’era nel vuoto della scala di un modesto locale. Nel 1704 si centrò nelle missioni a Poitiers in mezzo ad incomprensioni fino al punto che il vescovo lo licenziò dalla diocesi. Furono anni di incertezza e solitudine, di molte diffidenze accumulate dietro di sé, con il dispiacere, di vedere come si chiudevano porte che stava aprendo. Non sapeva a chi rivolgersi, fino a che nel 1706 prese la decisione di andare a Roma. Andò con la speranza che il Santo Padre segnasse la rotta che doveva seguire. E Clemente XI nel corso di un’udienza ratificò il lavoro che stava realizzando, quello che altri non accolsero bene, affidandogli l’evangelizzazione delle campagne coltivate della Francia in comunione coi vescovi. Partì di lì col titolo di “missionario apostolico” che il pontefice gli conferì.

Per cinque anni evangelizzò il paese in modo instancabile arrivando fino alla Bretagna. Incoraggiava le missioni con cantici e metteva segni esterni che avrebbero ricordato il lavoro portato a termine. Segnalava i luoghi con croci, a volte erigeva calvari e faceva in modo che riscuotessero rilievo confraternite che erano in decadenza. Dopo una breve esperienza vincolato ad alcuni missionari che agivano sotto la direzione del padre Leuduger lanciò le reti a laici ed altri presbiteri di diversi ordini interessati a collaborare con lui. In mezzo alle difficoltà che proseguirono, quasi fino alla fine dei suoi giorni mise le basi di due congregazioni religiose: la Compagnia di Maria e le Figlie della Sapienza; si materializzarono quando era già deceduto. Inoltre, restaurò templi dedicati a Maria, e lottò contro il giansenismo strappando numerose conversioni. Fu un insigne scrittore di testi mariani. Il 28 aprile 1716 morì in conseguenza di una polmonite a Saint-Laurent-sur-Sèvre.

Leone XIII lo beatificò il 22 gennaio 1888. Pio XII lo canonizzò il 20 luglio 1947. Nel 1942 si trovò il suo manoscritto Trattato della vera devozione a Maria che ha conferito a questo santo fama universale.

 

© Isabel Orellana Vilches, 2018
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