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Santo

Fernando III il santo, 30 maggio

By 29 Maggio, 2024No Comments
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“Questo genitore di Alfonso X il Saggio, oltre ad altri 14 giovani nati da due matrimoni, è una delle egregie figure della storia di Spagna, che, oltre a riscattare dal dominio mussulmano una parte importante del suo territorio, conservando intatta l’eredità della fede cattolica che aveva ricevuto, conquistò gli altari”.

Poté nascere a Zamora, Spagna, nel 1198. I suoi genitori, Alfonso IX di Leon e Berenguela di Castiglia misero alla portata di Fernando, per ragioni di culla, l’alta responsabilità di ereditare il regno. La sua salita al trono ebbe luogo in mezzo a trame di oscure ambizioni vedendo in pericolo la sua vita. Fu sua madre Berenguela che ottenne che il santo che era il primogenito dei suoi figli, cingesse la corona, benché suo marito avesse pensato a Sancho.

Appoggiato dai pontefici Innocenzo III e Onorio III, Fernando assunse il potere nel 1219 e andò estendendo il suo dominio con i regni di Jaen, Cordova, Siviglia ed Estremadura, che erano in potere dei musulmani, facendo poi la sua parte con Murcia attraverso suo figlio Alfonso X. Migliaia di chilometri guadagnati da solo con le sue prodezze e la sua fede. Si sposò con Beatriz di Suabia con la quale ebbe dieci figli, ed alla sua morte con nuove nozze si legò a Giovanna di Ponthieu che gli diede altri cinque figli.

Oltre che un grande conquistatore fu quello che si direbbe un mecenate che si occupò delle arti e delle lettere. Critico ed esigente in quanto si proponeva sempre alcune alte mete da raggiungere, osservò la scarsa qualità che c’era nell’università palentina che fece chiudere e si centrò nell’università di Salamanca che aveva fondato Alfonso IX di Leon nel 1215, trasformandola in una delle più celebri d’Europa, un centro nevralgico della cultura che persiste ancora.

Promosse la traduzione del Foro giuridico, ed a lui si deve fondamentalmente che il castigliano si parlasse nel suo regno, spodestando il latino. Diede impulso ai libri come quello di Settenario, di tematica pedagogica e filosofica, oltre a contenere aspetti relativi al diritto comune. Rese possibile che vedesse la luce il Libro della Nobiltà e Lealtà che abbondando nel diritto politico offre norme di doveri e virtù che devono adornare un buon governante. In essi si apprezza l’influsso della scolastica e le tesi di san Isidoro e di san Tommaso. La musica ebbe anche il suo spazio nel regno del santo. Incoraggiò grandi creatori e compositori dotandoli dei mezzi adeguati. Per dimostrazione, la grandezza dell’opera di suo proprio figlio Alfonso X, il Saggio.

Inquieto sempre e mostrando il suo amore per la Chiesa, Fernando fece erigere le cattedrali di Burgos e di Leon, oltre a lasciare iniziata quella di Toledo. Chiese, conventi ed ospedali sorsero anche a protezione del suo regno e per la sua tutela.

Fernando fu eminentemente mariano. Non invano in quanto, da bambino, la Vergine gli restituì la salute quando sua madre lo mise sotto la protezione di santa Maria di Oña affinché Ella lo guarisse da una complessa malattia cutanea. La Madre del cielo gli fece amare la castità e fu un uomo fedele durante la sua vita. Quando si trovò sul punto di conquistare la piazza di Siviglia, portava una bandiera con l’effigie della Vergine. Non fu una battaglia semplice e ci furono momenti nei quali le sue truppe si scoraggiarono temendo di perderla. I musulmani avevano apprezzato la portata che aveva per i loro rivali contare sulla presenza della Vergine stampata in quello stendardo, e diressero le loro armi contro di esso allo scopo di distruggerlo. Ma Fernando rammendò personalmente i brandelli di quell’amato simbolo religioso che li guidava.

Quando il 23 novembre 1248 l’emiro Axataf, caid della città di Siviglia, si arrese davanti a Fernando consegnandogli le chiavi della città, si era già prodotto un altro atto di fede del santo che ottenne la grazia di conquistare la capitale con la benedizione di Maria. Perché egli l’aveva invocata nel Cerro de Cuarto prostrandosi in ginocchio davanti all’immagine della Vergine che portava sempre con sé, pregandola così: “Bene, Signora,  se ti degni di farlo, in questo luogo ti erigerò una cappella, nella quale depositerò come offerta ai tuoi piedi, il pennone che ai nemici della Spagna e di nostra Santa Fede conquisterò! “. Come si racconta, ordinò al gran maestro Pelay Pérez Correa che l’accompagnava che inchiodasse la sua spada a terra e disse: “Se Dio vorrà, acqua qui ci sarà! “. Istantaneamente germogliò una sorgente che si sarebbe conosciuta come “Fonte del Re” che si trova nella località sivigliana di Due Sorelle. Concludeva questo trionfo, dovuto alla suo fede mariana, dando impulso alla costruzione di un eremo nel Cerro de Cuarto dove collocò l’immagine seduta di Maria che ha suo divino Figlio seduto al lato sinistro, portando un passerotto nella sua mano destra. L’invocò col nome di Nostra Signora di Valme (di Valimi), mettendo ai suoi piedi il pennone che aveva strappato ai musulmani, come promesso.

Nel suo negozio aveva mantenuto sempre un’immagine di Maria fatta di avorio di 40 cm. Presiedeva il suo fragile riposo poiché stava nella testata del suo letto e davanti a lei pregava ore prima della battaglia. Si trova nella cripta della cappella reale della cattedrale hispalense. Un’altra immagine più piccola andava soggetta all’arcione della sua cavalcatura accompagnandolo in tutte le battaglie contro gli infedeli. Si ignora il recapito di questa immagine conosciuta come la Vergine dell’Arcione.

Fernando morì con fama di santità il 30 maggio 1252 a Siviglia dopo avere ricevuto la comunione con spirito penitente e davanti ai membri della sua famiglia. Spoglio dei suoi paramenti reali aveva pregato: “Signore, nudo uscii dal ventre di mia madre, la terra e nudo a lei mi offro. Signore, ricevi la mia anima tra i tuoi servi”. Il suo corpo rimane incorrotto e si trova in un’urna di argento nella cappella reale della cattedrale ispalense. Aveva disposto di essere seppellito sotto l’immagine della Vergine dei Re, patrona dell’arcidiocesi di Siviglia, immagine che sicuramente suo cugino il re san Luigi di Francia gli avrà regalato. San Fernando è il patrono della città di Siviglia. Fu canonizzato da Clemente X nel 1671.

© Isabel Orellana Vilches, 2018
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