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Vangelo e riflessione

Commento di p. Jesús Fernández al Vangelo di Domenica, 10 novembre 2019 (Lc 20, 27-38)

By 9 Novembre, 2019No Comments
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La Chiesa ci invita oggi a meditare sulla resurrezione, attraverso un dialogo tra Cristo ed un gruppo di sadducei. I sadducei non credono nella risurrezione dei morti, e vogliono rendere le cose difficili a Gesù con una domanda trabocchetto. L’argomento di Gesù è che il Signore è il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe ed Egli non è un Dio dei morti ma dei vivi.

Il mistero della resurrezione è che, essendo i battezzati figli del Padre, per grazia, ereditiamo con Cristo ed in Cristo la resurrezione.

Nel Credo diciamo “Credo nello Spirito Santo, nella Santa Chiesa Cattolica e nella resurrezione dei morti”.

Il Dio che ci rivela Cristo è un Padre che ci ama uno per uno, con vera follia. Como dice Papa Francisco: portiamo il DNA del Padre nel nostro spirito, nel nostro cuore; un Padre che ci segue sempre, che ci guarda con uno sguardo d’amore, di tenerezza, di delicatezza e con immenso rispetto. L’essere umano si gioca la vita con una sola lettera. Il Padre non gioca con i suoi figli, li prende molto sul serio.

Ogni essere umano ha una storia, ha la sua dignità ed una coscienza continua di essere figlio di un Padre del Cielo.

Dobbiamo vivere come veri figli del Padre. Lì sta la nostra grandezza, la sfida e l’impegno della nostra esistenza. Il Padre ci ha creati per essere liberi, felici e gioiosi. La morte può toccare la nostra condizione biologica, ma non si estingue il nostro amore al Padre, al Figlio ed allo Spirito Santo. Il Creatore della vita è più forte della morte.

Il Dio in cui crediamo non è un Dio dei morti ma dei vivi, di persone vive, come lo furono Abramo, Isacco e Giacobbe.

La vita eterna, dice l’evangelista, è “rimanere nel suo amore”. L’amore a Dio non muore mai, ma si trasforma di meglio in meglio.

Ciò che la Chiesa diffonde, come una cascata, è l’allegria di Cristo risuscitato, che non ci abbandona mai. Colui che si umiliò fino alla croce, che visse una vita umana simile alla nostra, che è “seduto alla destra del Padre”, oggi è la nostra pace e la nostra gioia. E’ il trionfo della vita. E’ un perfetto uomo ed un perfetto Dio. Non è un fantasma colui con cui hanno convissuto gli apostoli. E’ il Vivente per eccellenza: “Io ho vinto il mondo” (Gv 16,33).

Cristo ci riconcilia con Lui, il Padre, e ci fa entrare nella sua gloria.