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Vangelo e riflessione

Commento di p. Jesús Fernández al Vangelo della Domenica 15 settembre (Lc 15, 1-32)

By 14 Settembre, 2019No Comments
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L’evangelista Luca raccoglie tre parabole sulla misericordia di Cristo che sono bellissime e commoventi. Si tratta della parabole del figlio prodigo, di quella della donna che ha perduto una moneta e quella della pecora smarrita.

Nella parabola del figlio prodigo, questi sperpera la parte di eredità in maniera disonesta e sente la necessità di ritornare nella casa paterna, oltre che il desiderio di fuggire da una situazione umiliante, e di recuperare la sua dignità come persona e come giudeo. Aveva perso il gusto per la vita. Aveva, soprattutto, il desiderio di tornare a “casa sua”, alla casa del Padre, dove si può tornare ad essere se stessi.

Il figlio più giovane, vuole vivere “la sua vita”, senza sapere cosa significhi quest’espressione. Il figlio maggiore, non comprende cosa sia amare un fratello che praticamente “è morto” dopo un calvario. Egli non capisce la misericordia del Padre con quel figlio dissoluto.

Il figlio prodigo vuole respirare una libertà che crede di non avere. E’ uno che vuola “la sua” libertà inmediatamente. Un modo sfrenato di vivere che pensa gli darà la felicità. E’ un giovane che confonde il piacere, più o meno momentaneo, con uno stato permanente di felicità: dei piaceri che lo conducono alla rovina economica e morale. Pensando di trovare la sua libertà, trovò la sua schiavitù. Con suo padre viveva; in terre straniere, sopravviveva. I porci erano per i giudei animali immondi.

Quanti giovani e non giovani cadono in questa situazione e, per orgoglio e superbia, non riescono a perdonarsi d’aver perduto miserevolmente la loro vita e la loro gioventù?

Però rifletté: era quasi morto e desidera ardentemente tornare alla casa paterna. Il padre si comportò in un modo che il figlio non si aspettava. Corre per primo e si butta al collo del figlio e lo riempie di baci mescolati alle lacrime. Lo veste, lo calza e gli mette l’anello al dito e fa una grande festa. Questo è ciò che fa nostro Padre celeste quando veramente ci pentiamo di qualunque peccato, per quanto grave esso sia. Nostro Padre celeste scruta l’orizonte tutti i giorni e in ogni istante, non solo per perdonarci, ma per fare una festa grande, mai immaginata da nessun essere umano.

Il fratello maggiore non partecipa alla festa organizzata dal Padre in onore del figlio più giovane che era praticamente morto ed è risuscitato. Disapprova la misericordia del Padre con suo figlio più piccolo. Il figlio maggiore, per invidia e gelosia, non vuole saperne di suo fratello che ha sperperato la sua fortuna con cattive compagnie e con prostitute.

Il figlio maggiore, esternamente, rispettava le regole del padre, ma, nel segreto del suo cuore, c’era risentimento, vero auto-veleno che distrugge le persone. Cristo ci dice che senza misericordia, che richiede compassione, non si può vivere in libertà e felicità.

Anche se ci troviamo molto lontani da Cristo e da nostro Padre celeste, Egli ci aspetta sempre con l’anello di vero figlio per mezzo della grazia.

La seconda è la parabola della vedova o della donna che viveva sola. Aveva ‘monete’ o talenti che davano senso alla sua vita. Perdere una moneta è perdere parte del suo contatto con Dio. Se la donna era onesta, sincera e responsabile, avendo perduto qualcuna di queste virtù, ha perso un forte vincolo con Cristo, perché se uno è onesto ma non è sincero, gli manca qualcosa: forza, vitalità, audacia, chiarezza.

Per un cristiano quella moneta perduta è la grazia, e se la perdiamo, perdiamo tutto. La donna accende la lampada della fede e della speranza. Senza quella lampada difficilmente troveremo la grazia. Facciamo come questa donna: fare il massimo che ci è possibile, e Cristo farà ciò che per noi è impossibile.

Sia nella parabola del figliol prodigo che in quella della vedova che perde una moneta, il risultato è sempre l’allegria.

In definitiva, il Padre ci ama tanto che non riposa finché non ci trova, sia nel caso del figliol prodigo che in quello della vedova che perde una moneta, ed in quello del pastore che va in cerca della pecora smarrita.

Il Padre perdona sempre e senza condizioni. E’ l’atteggiamento di Cristo davanti a qualsiasi peccatore, davanti a chiunque offende Dio, se veramente si pente. A volte – come il figliol prodigo – vogliamo semplicemnte essere trattati come salariati, ma siamo figli del Padre, per grazia, ed Egli ci ama follemente. Capiamo veramente questo? Questo è amore e perdono.