
Una famiglia attraversa un temporale: pioggia fitta, tuoni, paura nell’abitacolo. Solo un bambino di sei anni guarda fuori con calma. Alla domanda del padre — «Non hai paura?» — risponde: «No, perché guidi tu.»
Così si apre la prima omelia di Loyce Pinto, nuovo diacono idente nella periferia di Roma: un episodio di vita che, con un aggancio alla realtà, dischiude il cuore del suo messaggio: la santità è questione di fiducia.
Loyce, missionario idente originario dell’India, ha iniziato oggi, domenica 16 novembre, quasi alla fine dell’anno liturgico, il suo servizio come diacono nella parrocchia di San Matteo Apostolo, affidata da anni ai missionari identes. In chiesa, i bambini del catechismo e i loro genitori, riuniti per un ritiro, accolgono questo nuovo passo nella sua vita missionaria.
La sua prima settimana da diacono è stata all’insegna di incontri nuovi e imprevisti, testimonianze e condivisioni della propria storia: e tutto in una lingua che sta ancora imparando, l’italiano, a pochi mesi dal suo arrivo in Italia. Subito dopo l’ordinazione, infatti, Loyce ha incontrato a Roma un gruppo di ragazzi della Comunità di Nomadelfia, la terra d’origine di Irene Scifoni, missionaria idente. Con loro ha condiviso la sua storia, la ricerca, la chiamata che lo ha portato fino a questo giorno.
Per un missionario, ogni giornata nasce dentro questo orizzonte: la fiducia che custodisce e trasforma le tempeste.
A seguire, l’omelia integrale di Loyce.
La santità? Fidarci di colui che guida la nostra vita.
(San Matteo Apostolo, Roma — Domenica 16 novembre 2025)
Cari fratelli e sorelle in Cristo Gesù, Vorrei iniziare con una piccola storia.
Qualche anno fa, una famiglia era in macchina durante un forte temporale. Gli alberi si piegavano, la pioggia batteva sul vetro, i tuoni facevano tremare l’auto. I bambini sul sedile dietro erano spaventati. Ma uno di loro, di circa sei anni, guardava fuori dal finestrino con calma. Il papà gli chiese: “Ma non hai paura?” Il bambino scosse la testa e disse: “No… perché stai guidando tu.”
Il temporale non era cambiato. Il pericolo non era scomparso. Ma il cuore del bambino era tranquillo perché si fidava di chi era al volante. Fratelli e sorelle, questa è la santità: non vivere senza tempeste, ma vivere con una grande fiducia nel nostro Padre celeste, Colui che guida la nostra vita.
Ora, alla fine dell’anno liturgico, la Parola di Dio ci parla di cose che finiscono e di momenti difficili. Gesù descrive la distruzione del Tempio, guerre, persecuzioni, tradimenti. Sono parole che possono inquietare, ma Gesù non vuole spaventarci. Vuole insegnarci a costruire la nostra vita su ciò che davvero rimane.
Nel Vangelo, alcuni ammirano la bellezza del Tempio. Era enorme e maestoso. E Gesù dice: “non sarà lasciata pietra su pietra.”
Gesù ci ricorda che anche le cose più solide del mondo passano. Rimane solo Dio e il nostro rapporto con Lui.La santità non è qualcosa per pochi. La santità è fidarsi, vivere come figli che sanno di avere un Padre. È credere che, in ogni situazione, il Padre è presente, opera, guida e ama.
Gesù parla di tempi difficili, ma poi promette qualcosa di dolcissimo: “Io stesso vi darò la sapienza… neppure un capello del vostro capo perirà.” Vuol dire: “Non sarete mai soli. Il Padre vi vede. Io sono con voi.”
Questa è la santità:
non paura,
non ansia,
ma fiducia nel Padre.Nella prima lettura, il profeta Malachia parla del sole di giustizia che porta guarigione. La santità è lasciare che questa luce scaldi e guarisca il nostro cuore. San Paolo ci ricorda che la santità si vive nelle cose semplici di ogni giorno:
nel modo in cui lavoriamo, ci occupiamo della famiglia, usiamo il nostro tempo. La santità non è fuggire dalla realtà: è viverla con fedeltà.E Gesù conclude con una frase che dovrebbe rimanere nel cuore: “Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime.” Perseverare significa rimanere fedeli, pregare, amare, servire, non solo quando è facile, ma soprattutto quando è difficile. Perseveranza è la santità in cammino. È dire: “Padre, mi fido di Te. Guidami Tu.”
E ora arriviamo all’Eucaristia. Qui il nostro divino fratello Cristo ci nutre con il suo Corpo e Sangue. Ci dà la forza per perseverare, la grazia per camminare nella santità, e la certezza che — anche nelle tempeste — il Padre è alla guida. Amen.



