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Santo

San Michele Garicoits, 14 maggio

By 13 Maggio, 2024No Comments
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“Con il cuore in cielo visse questo basco, che ebbe in sua madre una esemplare maestra della vita spirituale. Volle formare sacerdoti santi. Mise le fondamenta dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù di Betharram”.

Nel divenire di Miguel ebbe un peso decisivo l’esempio dei suoi: nonni e genitori Arnaud e Gratianne. Orbene, la causa dell’ispirata scelta che fece per la sua vita fu l’autorità morale della madre, stretta con lui. Riconobbe che senza di lei avrebbe potuto diventare un malvagio. È un’altra prova della portata che ogni famiglia ha negli avvenimenti dei figli, ineguagliabile davanti a qualunque altra via formativa.

Nacque a Ibarra, Bayona, regione confinante tra Francia e Spagna, il 15 aprile 1797. Alcuni lo considerano il primo basco canonizzato. Era il maggiore di sei figli. Sfidando i rigori della Rivoluzione francese, i suoi genitori, che non avevano mezzi economici, accoglievano i sacerdoti fuggitivi nella loro casa, fino a che Arnaud poteva condurli in gran segreto in Spagna. Michele era robusto, di grande forza fisica, ed un temperamento impetuoso, violento e combattivo che mostrava a prima vista. In mezzo alla sua rudezza si nascondeva un torrente di sensibilità che, al momento giusto, portato dal suo gran ardore mistico gli avrebbe fatto versare molte lacrime. In quell’epoca Gratianne lo guidava con buoni consigli che egli avrebbe ricordato sempre. Con una pedagogia chiara, semplice, piena di esempi, sua madre gli insegnava a discernere il bene dal male. Così imparò la gravità del peccato e si propose di conquistare il cielo perché ella gli aveva detto: “Il cielo è la casa di Dio”. Nella sua ingenuità credette che salire in cima ad una collina col suo gregge avrebbe potuto raggiungerlo. Un giorno, vedendo che non poteva arrivare al firmamento, andò verso un’altra collina e poi verso una più lontana fino a che imbrunì e dovette dormire per terra con le pecore. Quando ritornò il giorno dopo, nessuno lo sgridò, ma quel desiderio di andare al cielo lo mantenne vivo nel più profondo del suo essere. A scuola dove entrò nel 1806, primeggiò tra tutti gli alunni. Due anni più tardi abbandonò gli studi per aiutare la sua famiglia. Era pastore a Oneix nella fattoria di proprietà della famiglia Anghelú. Portava sempre con sé un libro. Nel 1811 ricevette la Prima Comunione. Una delle caratteristiche della sua vita fu il suo amore per l’Eucaristia. Nel 1813 comunicò ai suoi genitori che voleva essere sacerdote. La mancanza di risorse economiche pesò sul loro giudizio negativo, fino a che li convinse la nonna che gli insegnò a dire a Dio: “Eccomi qui! “. Ella percorse 10 km. per parlare col parroco di Saint-Palais e riuscì a far accogliere Michele nella sua casa e a prepararlo in cambio di alcuni compiti. Non fu facile per lui combinare lavori domestici e studi, ma raccolse il frutto della sua costanza. Il suo cattivo temperamento gli dava ancora cattivi momenti. E si convertì a costo di sforzi, estraendo lezioni esemplari: “Nel vescovado, dovevo sopportare spesso il cattivo umore della cuoca, ed io mi vendicavo pulendo allegramente le pentole e le casseruole; ella finì per occupare il suo tempo libero nel cucire i miei fazzoletti e nel lavarmi i vestiti”. Completò gli studi ecclesiastici in vari seminari. I formatori vedendo il suo profitto lo destinarono al seminario di Saint-Sulpice, dove andavano i più bravi. Ma il vescovo, temendo di perderlo, lo trattenne nel seminario di Dax. La sua pietà fece sì che fosse comparato con san Luígi Gonzaga.

Nel 1821 diede lezioni nel seminario minore di Larressore mentre proseguiva gli studi di teologia. Si ordinò nel 1823 e partì per Cambo come vicario di un anziano sacerdote che era paralitico. E rapidamente si fece conoscere per la sua carità, la profondità dei suoi sermoni, il lavoro catechetico e la sua dedicazione al confessionale, nel quale tante volte rimaneva dimenticando di mangiare. Il Padre celestiale fu uno delle sue passioni. Diceva: “Padre, sono qui!”. “Dio è Padre; bisogna darsi completamente al suo amore, bisogna rispondergli: Sono qui!'”. La Sua forza fisica gli permetteva di realizzare numerose penitenze. E la domenica condivideva coi parrocchiani il gioco della pelota basca. Poi pregava davanti al Santissimo. Il suo motto era “Fiat Voluntas Dei”. Il vescovo di Bayona lo nominò professore di filosofia ed amministratore del seminario maggiore della diocesi, stabilito in Betharram, vicino ad un santuario mariano incastonato ai piedi di una collina, del quale fu il suo cappellano. Fu confessore di Isabella Bichier da’ Ages. E trattando con lei e con la fondazione istituita insieme a sant’Andrea Fournet, le Figlie della Croce, si sentì attratto dalla vita religiosa. Inoltre, come responsabile del seminario aveva visto i risultati di un’inadeguata messa a fuoco precedente alla sua gestione. Allora si disse: “formerò sacerdoti che, per la loro obbedienza, consoleranno il cuore dei loro vescovi”. Nel 1832 fece un ritiro di un mese coi gesuiti di Toulouse, ma non sembrava che fosse il suo posto. Il P. Le Blanc, direttore spirituale della comunità, glielo disse chiaramente: “Dio vuole che sia più che un gesuita; segua la sua prima ispirazione che credo che gli venga dal cielo, e sarà il padre di una famiglia che sarà sorella della nostra…”. Sei anni più tardi, insieme ad altri cinque sacerdoti che lo scelsero come superiore, contando sull’approvazione del vescovo di Bayona, Miguel mise le fondamenta dei “Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù di Betharram”, nome che ricevettero nel 1841. Non fu facile. Sorsero gravi dissensi tra i membri dalla fondazione, ed egli dovette soffrire molto in un processo che si allungò fino alla fine. Un giorno confidò al prelato Lacroix: “Quanto laboriosa risulta l’illuminazione di una congregazione!”. nel 1853 perse la salute di cui aveva goduto sempre soffrendo un attacco di paralisi che si ripeté nel 1859. “Non abbiate paura, diceva ai vicini, continueremo per tutto il tempo che Dio permetta”. Si rimise, ma nel 1863 soffrì un’altra crisi che fu quella definitiva, e morì il 14 maggio di quell’anno. Nel 1870 la nuova congregazione da lui fondata fu approvata con le direttrici da lui concepite.

Pio XI lo beatificò il 10 maggio 1923. E Pio XII lo canonizzò il 6 Luglio 1947 insieme ad Isabella Bichier des Ages.

 

© Isabel Orellana Vilches, 2018
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