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Vangelo del giorno, 27 maggio

By 26 Maggio, 2021No Comments
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«Coraggio! Alzati, ti chiama!».

 

Dal Vangelo secondo Marco 10,46-52

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c’era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!».
Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!». E Gesù gli disse: «Và, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.


SOS Vangelo: chiavi di lettura

«Al sentire che c’era Gesù Nazareno… ». Evidentemente non lo ha ancora conosciuto, ma ne ha sentito parlare, ciò è stato sufficiente per accendere in lui la speranza. Il nome di Cristo ha questo potere, per chi ha orecchi da intendere. Alla prima occasione, Bartimeo si mette a gridare, e non è disposto in nessun modo a smettere, a rispettare le convenienze. Chiama Cristo con una sorta di disperazione, pensando forse che non avrà un’altra occasione, che Cristo gli sfuggirà per sempre. È questa specie di disperazione che spesso ci manca. Una disperazione non rassegnata, che non conosce né rispetto umano né pigrizia. Il peccato più frequente è proprio la pigrizia interiore, spirituale, la tiepidezza. Non ci occupiamo di Dio. E non mi riferisco
soltanto alle grandi decisioni, ma anche e soprattutto alle piccole, a quel po’ di tempo che potremmo dedicare a Lui durante la
giornata e che ci lasciamo sfuggire perché abbiamo altro da fare. Sembra una cosa insignificante, eppure è proprio così che si
raffredda un amore. Troppo spesso non gridiamo. Abbiamo un qualche senso religioso, un po’ di buona volontà, facciamo le nostre pratiche, andiamo a messa, ma non gridiamo. E non perché riteniamo che non serva o perché non sappiamo come si debba fare. È perché siamo pigri. Il grido, troverebbe comunque il modo di esprimersi. Si può anche gridare a vuoto, al cielo, non c’è nulla che possa impedire un grido, il gemito interiore dello spirito. Questo cieco non ha mai visto Cristo, non lo vede ancora. Sa solo, ha sentito dire, che sta passando. Manda le sue urla un po’ a casaccio, nel disordine e nel chiasso della folla, mentre vogliono farlo tacere. La sua disperazione, che è la sua ansia, il suo desiderio, il suo bisogno, la sua speranza, non può tacere.
Prosegui la lettura: BERNARDO DE ANGELIS, CON VOI TUTTI I GIORNI, Lombar Key, 2008.
[Circa il testo pubblicato in questo spazio, siamo a disposizione per la sua eliminazione immediata, se la sua presenza non fosse apprezzata da chi ha i diritti].