Vangelo secondo san Matteo 17, 10-13
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.
SOS Vangelo: chiavi di lettura
In sintesi di questo brano porrei qualche domanda che ci aiuti ad entrare: credo che tutti abbiamo avuto, almeno qualche volta, un’esperienza di luce, di gioia interiore, anche senza cause esterne, proprio che viene dal di dentro, di bellezza interiore, che ci ha fatto intuire che è bello! Se non altro abbiamo questo desiderio tutti, allora oriento la mia vita alla ricerca di questo desiderio o di altre cose?
Poi, cosa ascolto? Chi ascolto? Ascolto Mosè ed Elia, la promessa di Dio che si realizza in Gesù, oppure ascolto costantemente i miei patemi, i miei problemi, allora è chiaro che sarà difficile essere contenti.
Poi una terza domanda: accolgo anche le sofferenze, le contraddizioni come un cammino verso la luce, verso la resurrezione? Cioè il male c’è, la morte anche è inevitabile, eppure proprio nel male e nella morte non cessa il disegno di Dio, ma proprio lì cresce e si rafforza la capacità di amare, la sua solidarietà divina con noi, la sua gloria e noi partecipiamo di questa gloria. Allora con che sguardo vedo le contraddizioni della vita? Perché normalmente noi vediamo ciò che sta dietro i nostri occhiali, tral’occhio e l’occhiale, non vediamo oltre. La nostra destinazione è davvero la gloria di Dio? È chiaro che se non abbiamo questo orizzonte che senso la vita e la gente si domanda perché sono al mondo. Ma mi chiedo anch’io perché sono al mondo se il mio unico destino è morire, tanto vale morire prima di nascere. Se, invece, il mio destino sono la trasfigurazione e la gloria e il senso della mia vita è crescere nell’amore, nella gioia, nella pace, nella pazienza, in questo mondo pur di contraddizioni, allora sì ha senso vivere, è bello.
p. Filippo Clerici e p. Silvano Fausti, Vangelo di Matteo
[Circa il testo pubblicato in questo spazio, siamo a disposizione per la sua eliminazione immediata, se la sua presenza non fosse apprezzata da chi ha i diritti].