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Santo

San Bernardo Calbo, 25 ottobre

By 24 Ottobre, 2023Aprile 17th, 2024No Comments
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“Abate Cistercense spagnolo. Vescovo di Vic. Un giurista errante nel cammino della sua professione, che fu sorpreso dalla malattia e vedendo in essa la mano di Dio cambio completamente la sua condotta e gli donò la sua vita”.

Era spagnolo, figlio di uno dei cavalieri che riscattò Tarragona dalle mani degli infedeli, e si stabilì in quella regione nell’epoca della Riconquista; pertanto, Bernardo apparteneva ad una famiglia di rilevanza sociale. Nacque nel 1180 e fu il terzo di cinque figli, tre fratelli ed una sorella. Crebbe nella masseria di Calbó, e quando arrivò l’ora di orientare il suo futuro professionale decise per la legge. Probabilmente studiò questa carriera nell’università di Bologna, come fece san Raimundo di Peñafort, contemporaneo suo, benché i dati di questa tappa della sua vita non abbiano potuto essere controllati con rigore da parte degli agiografi. Nel 1209 si trova a Tarragona, assistendo giuridicamente ed amministrativamente l’arcivescovato. La sua attività in quell’epoca poté non essere guidata dal giudizio di Dio ma piuttosto da quello di quella classe di uomini che non hanno considerazioni al momento di procedere. Fino a che una grave malattia gli diede un tocco di allerta definitivo attorno ai suoi 30 anni.

Scorgendo la volontà di Dio, e già morto suo padre, con la salute recuperata, nel 1215 si unì alla comunità cistercense di Santes Creus, Tarragona. Fece questo passo contro l’opinione dei suoi che è il segno condiviso da coloro che sentendosi chiamati da Dio si decidono a seguirlo, affrontando il veto che possono volere imporre quelli delle proprie case. È stato frequente in tutte le epoche della storia che i più vicini si dispongano a dare il loro beneplacito ai figli se la via del matrimonio è la prescelta, ma non sono stati sempre tanto benevoli quando questi pensano di stabilire il loro impegno con Dio. Tutta l’apertura, la comprensione ed accettazione -a volte obiettivamente dannosa- che tanti giovani ricevono oggigiorno dai loro genitori, si trasforma in intransigenza in non poche occasioni quando si tenta di dare ali alla vocazione religiosa.

Nel suo tempo, Bernando, non facendo caso al giudizio negativo che la sua decisione aveva suscitato nei suoi parenti, integrandosi nel monastero lasciò generosamente i suoi beni a sua madre e al resto della sua famiglia in un testamento redatto quello stesso anno 1215 che revocava un altro precedente. Estraendo il nettare della regola cistercense, fedele al vangelo, fece della carità il filo conduttore della sua consegna, unica via per raggiungere l’unione con le Persone Divine. Era ben conosciuto dagli abitanti di Tarragona per trattarsi di uno dei canonici della cattedrale, scelto anche come suo vicario. Durante dodici anni di austerità, orazione e penitenza, aumentò la sua donazione nel convento. Furono le sue edificanti virtù quelle che si tennero in conto nel momento in cui si pose la successione dell’abate Ramón quando questi morì. Nessuno dubitò che Bernardo sarebbe stato la persona idonea a proseguire mantenendo lo spirito osservante del monastero. Ed intorno al 1225 assunse questa responsabilità.

Il suo lavoro apostolico non si limitò alla formazione dei monaci, ma fu direttore spirituale delle religiose cistercensi di Valldonzella. Questa comunità si era stabilita in Santa Creu d’Olorde nelle vicinanze di Vallvidrera e rimasero soggette (furono donate) per iniziativa del vescovo di Barcellona, Berenguer di Palou che le mise sotto la tutela dell’Ordine del Císter, dipendente dal monastero di Santes Creus. L’abate Bernardo fu cofondatore di questa comunità che sotto la sua protezione visse un’epoca di grande fioritura apostolica. Contribuì anche a mantenere vivo lo spirito riformatore dell’abbazia cistercense di Ager, Lerida.

In questa epoca di riconquista, due figure solitarie della storia maiorchina, Ramón e Guglielmo di Montcada, molto stimati dal re Jaime I il Conquistatore, si disposero a partire per Maiorca per riscattarla. Prima salutarono l’abate Bernardo e si sentirono confortati col suo consiglio e incoraggiamento. Ambedue morirono nella battaglia di Porto Pi, ed a Bernardo toccò dare cristiana sepoltura ai loro resti nel monastero di Santes Creus. Nel 1230 fece parte del gruppo di elettori, tra i quali si trovava san Raimundo di Peñafort, ed uniti all’arcivescovo di Tarragona lo designarono vescovo della riconquistata Maiorca. Nel frattempo, i tratti della sua pietà e carità si prodigavano dentro e fuori della comunità. Manifestava una predilezione per i malati.

Quando il prelato Guillermo di Tavertet lasciò vacante la sede di Vic, Bernardo fu scelto per succedergli data la sua traiettoria spirituale ed apostolica. Alla sua accurata formazione teologica si univano prudenza, discrezione e squisitezza nel trattamento. Assumere questo incarico suppose per lui una contrarietà. La sua vocazione si trovava nel silenzio del chiostro. Ma convinto che la nomina ubbidiva alla volontà divina, l’accolse ed impiantò lo spirito monastico nella sede episcopale. Convisse vicino ad una comunità di quattro monaci che l’accompagnarono fino alla sua morte assecondandolo in tutti i compiti del suo ministero che, naturalmente, avevano il segno dell’autentica consacrazione. Bernardo fu un insigne Pastore che protesse la liturgia e la formazione dei sacerdoti. Fu energico ed esigente con la sua forma di vita. Si distinse anche per la modestia, la generosità, la bontà, e la carità. Nell’esercizio della sua missione portò con sé la riconciliazione e la pace.

Il papa Gregorio IX, conoscitore delle sue virtù e valore pastorale, pensò a lui per lottare contro i valdesi designandolo inquisitore nel 1232. Il santo monaco lottò contro gli albigesi, e si implicò nella guerra di Valencia firmando la capitolazione nel 1238. Per il suo valore fu ricompensato dal re Jaime I. Nel 1239 e nel 1243 partecipò a importanti concili provinciali. Il 26 ottobre di questo ultimo anno consegnò la sua anima a Dio con fama di santità. Prima che si compissero i sei mesi dalla sua morte, la sua vita cominciò ad essere esaminata da una commissione di canonici. Nel 1338 si aprì il processo della sua canonizzazione.

Clemente XI in un breve apostolico fissò la data della sua celebrazione dentro il císter il 26 settembre 1710.

© Isabel Orellana Vilches, 2018
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