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Nelle vesti dei Re Magi alcuni giovani scoprono la spinta al servizio. Torino

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“è stato divertente travestirci e allo stesso tempo sono contento di aver portato un po’ di gioia agli anziani che erano lì”

La mia prima esperienza alla celebrazione dei Re Magi è stata bella. Mi hanno colpito gli anziani, quelli senza sorriso, che erano spenti e mi sembravano tristi. È possibile fare volontariato qui?

Ogni anno, il 6 gennaio, nella casa di riposo San Vincenzo, a Torino, arrivano i Re Magi portando doni agli anziani e alle loro famiglie. Quest’anno, un gruppo di ragazzi dell’associazione giovanile Gioventù Idente, si è messo in gioco indossando le vesti di Giuseppe, Maria e dei tre Magi d’Oriente, accompagnati dai rispettivi paggi. Hanno fatto la loro entrata nella chiesa della struttura, in mezzo agli anziani, ai loro famigliari e agli operatori sanitari.

Per alcuni di questi giovani è stata la prima esperienza. Erano contentissimi, soprattutto per il sorriso che hanno suscitato sul viso di alcuni anziani. Altri ragazzi invece sono stati toccati da quegli anziani che non sorridevano, e che sembravano più “spenti”. Questa loro afflizione non ha chiuso i loro cuori nella tristezza; al contrario, li ha spalancati verso la carità creativa, e hanno espresso il desiderio di mettersi al servizio degli anziani dedicandogli il proprio tempo ed i propri talenti.

Guardando questi giovani tornano alla mente, più vive che mai, le parole di Fernando Rielo, fondatore della Gioventù Idente:

Io vi domando, miei carissimi amici ed amiche: cosa siete disposti a fare con la vostra vita? Fino a dove volete arrivare nel vostro impegno con la società, con le persone che vi circondano, con voi stessi? Qual è la vostra sfida? Quale la vostra scommessa? La vostra risposta a queste domande sia una decisione libera, personale, incondizionata. Dovete esercitare quella vera libertà che non finisce mai: quella che vi fa avere un’autentica personalità; una libertà che nessuno vi possa strappare.

(Fernando Rielo, New York, 2000)